Volume 26

Volume 26

FIAT!!! Sempre ed in Eterno!
J.M.J.
In Voluntate Dei! Deo Gratias.
7 Aprile 1929
Baci al Sole, uscita in giardino, gara tra vento e Sole. Festa di tutta la Creazione. Nota scordante e nota d'accordo. La nuova Eva.
La mia povera mente è sempre di ritorno nel centro del Voler Divino, sento che non posso fare a meno di valicare il suo mare interminabile e di tuffarmi sempre più in Esso, per non vedere, sentire e toccare se non che Volontà Divina. Oh! Volontà Adorabile, innalza le tue onde altissime fino alle Celesti Regioni e trasporta la piccola esiliata, la tua neonata, dalla tua Volontà in terra fin nella tua Volontà in Cielo. Deh! abbi pietà della mia piccolezza e compi su di me l'ultimo tuo atto in terra, per ricominciare il tuo atto continuato in Cielo...
Onde scrivo solo per obbedire e con grande mia ripugnanza... Dopo quarant’anni e più che non ero uscita all'aperto, oggi mi hanno voluto uscire in giardino su una sedia a rotelle. Ora come sono uscita mi sono accorta che il Sole mi investiva coi suoi raggi, come se mi volesse dare il suo primo saluto ed il suo bacio di luce. Io ho voluto rendergli la pariglia dandogli il mio bacio ed ho pregato le bambine e le suore che mi accompagnavano che tutti dessero il loro bacio al Sole, baciando in esso quella Divina Volontà che, come Regina, stava velata di luce. Tutti l'hanno baciato. Or chi può dire la mia emozione dopo tanti anni, di trovarmi di fronte a quel Sole, di cui il mio amabile Gesù s’era servito per darmi tante similitudini ed immagini della sua adorabile Volontà? Mi sentivo investita non solo dalla sua luce ma anche dal suo calore ed il vento, volendo fare la gara col Sole, mi baciava col suo leggero venticello per rintemprare i baci caldi che mi dava il Sole. Sicché sentivo che non finivano mai di baciarmi: il Sole da una parte ed il vento dall'altra. Oh come sentivo al vivo il tocco, la vita, il respiro, l'aria, l'amore del Fiat Divino nel Sole e nel vento! Toccavo con mano che le cose create sono veli che nascondono quel Volere che le ha create.
Ora mentre mi trovavo sotto l'impero del Sole, del vento, della vastità del Cielo azzurro, il mio dolce Gesù si è mosso in modo sensibile nel mio interno e, come se non volesse essere da meno al Sole, al vento e al Cielo mi ha detto:
"Figlia diletta del mio Volere, oggi tutti fanno festa per la tua uscita. Tutta la corte Celeste ha sentito il brio del Sole, la gioia del vento, il sorriso del Cielo e tutti sono corsi per vedere che c'era di nuovo? E nel vedere che tu eri investita dalla luce del Sole che ti baciava, dal vento che ti carezzava, dal Cielo che ti sorrideva, hanno tutti compreso che la potenza del mio Fiat Divino muoveva gli elementi a festeggiare la sua piccola neonata. Quindi tutta la corte Celeste, unendosi con tutta la Creazione, non solo fa festa, ma sente le nuove gioie e felicità che per la tua uscita le dà la mia Divina Volontà. Ed Io, essendo spettatore di tutto ciò, non solo faccio festa dentro di te, ma non mi sento pentito d’aver creato il Cielo, il Sole e tutta la Creazione, anzi mi sento più felice, perché di essa gode la piccola figlia mia; mi si ripetono le gioie, i contenti, la gloria di quando il tutto fu creato, quando l'Adamo innocente non aveva fatto risuonare la nota del dolore della sua volontà ribelle in tutta la Creazione, nota che spezzò il brio, la felicità, il dolce sorriso che la mia Divina Volontà aveva da dare alle creature nel Sole, nel vento, nel Cielo stellato. Perché figlia mia, l'uomo col non fare la mia Divina Volontà, mise nell'opera nostra della Creazione la sua nota scordante, perciò perdette l'accordo con tutte le cose create e noi sentiamo il dolore ed il disonore perché nell'opera nostra c'è una corda scordata che non fa un bel suono e questo suono scordato allontana dalla terra i baci, le gioie, i sorrisi che contiene la mia Divina Volontà nella Creazione. Perciò chi fa la mia Volontà e vive in Essa è la nota d'accordo con tutti, il suo suono contiene non nota di dolore, ma di gioia e di felicità ed è tanta armoniosa che tutti, anche gli stessi elementi, avvertono, che c'è la nota della mia Volontà nella creatura e, mettendo tutto da parte, vogliono godersi colei che ha quella Volontà, di cui sono tutti animati e conservati."
Gesù ha fatto silenzio ed io gli ho detto: "Amor mio, tu mi hai detto tante volte che chi vive nella tua Divina Volontà è sorella con tutte le cose create; voglio vedere se la mia sorella luce mi riconosce e sai come? Se guardandola non mi abbaglia la vista." E Gesù: "Certo che ti riconoscerà, provaci e vedrai." Io ho guardato fisso nel centro della sfera del Sole e la luce pareva che carezzasse la mia pupilla ma senza abbagliarmi, in modo che ho potuto guardare nel suo centro il suo gran mare di luce; com'era terso e bello, com'è vero che simboleggia l'infinito, l'interminabile mare di luce del Fiat Divino. Ho detto: grazie, oh Gesù, perché mi hai fatto riconoscere dalla mia sorella luce; e Gesù ha ripreso il suo dire:
"Figlia mia, chi vive nel mio Volere è riconosciuta da tutta la Creazione anche tramite il respiro, perché ciascuna cosa creata sente in quella creatura la Potenza del Fiat e la supremazia che Dio le diede su tutta la Creazione. Guarda e senti figlia mia, nel principio quando Adamo ed Eva furono creati, fu dato l'Eden per loro abitazione, nel quale erano felici e santi. Questo giardino è similitudine di quell'Eden, sebbene non così bello e fiorito. Or sappi che ho permesso di far venir te in questa casa, che è circondata da giardino, perché tu fossi la nuova Eva, non l'Eva tentatrice, che meritò d'essere messa fuori dall'Eden felice, ma l'Eva riformatrice e ripristinatrice, che chiamerà di nuovo il regno della mia Divina Volontà sulla terra. Ah! sì, tu sarai il germe, il cemento al tarlo che ha l'umano volere, tu sarai il principio dell'era felice. Perciò accentro in te la gioia, i beni, la felicità del principio della Creazione ed amo ripetere le conversazioni, le lezioni, gli ammaestramenti che avrei dato se l'uomo non si fosse sottratto alla nostra Divina Volontà. Quindi sii attenta ed il tuo volo in Essa sia continuo."
12 Aprile 1929
La Creazione, atto di adorazione profonda della Divina Trinità.
Stavo tutta abbandonata nel Fiat Divino, la sua luce eclissava la mia piccolezza e mi trasportava lassù, fin nel seno dell'Eterno, dove non si vedeva altro che luce, Santità, bellezza, che infondeva adorazione profonda, da sentire cambiata la mia piccola esistenza in un atto solo d'adorazione, per quel Dio che tanto mi ha amata e mi ama. Onde mentre la mia mente si perdeva nella luce del Divin Volere, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, la Santità del nostro Essere Divino, la Potenza unica della nostra Volontà, di cui siamo investiti, in modo che se siamo distinte nelle Persone, la nostra Volontà è sempre una che opera in noi, che domina, che regge, il nostro amore eguale, reciproco ed incessante, produce in noi la più profonda adorazione tra le divine Persone. Sicché tutte le cose che escono da noi, non sono altro che atti di adorazione profonde di tutto il nostro Essere Divino. Quindi quando il nostro Fiat Divino volle mettere in campo con la sua Potenza creatrice, operatrice e vivificatrice tutta la Creazione, appena il nostro Fiat fu pronunziato, così uscirono da noi atti di adorazione profonda. Onde il Cielo non è altro che un atto d'adorazione profonda dell'immensità del nostro Essere Divino e perciò dappertutto si vede Cielo e di notte e di giorno; l'immensità del nostro Essere sprigionava dal nostro seno l'immensità della nostra adorazione e stendeva sull'universo l'azzurro Cielo, per chiamare tutti quelli che avrebbero abitato la terra nell'unica nostra Volontà, per unificarli nell'immensità della nostra adorazione. In modo che, in virtù del nostro Fiat, l'uomo avrebbe dovuto stendersi nell'immensità del suo Creatore per formare il suo Cielo d'adorazione profonda a Colui che lo aveva creato. Il Sole è un atto d'adorazione della nostra luce interminabile, ed è tale e tanta la foga della sua adorazione profonda, che non si contenta di farsi vedere nell'alto sotto la volta del Cielo, ma dal centro della sua sfera manda i suoi raggi di luce fino nel basso della terra, plasmando e toccando tutto con le sue mani di luce, investe tutto e tutti con la sua adorazione di luce e chiama piante, fiori, alberi, uccelli e creature a formare una sola adorazione nella Volontà di Chi le ha create. Il mare, l'aria, il vento e tutte le cose create, non sono altro che atti di adorazione profonda del nostro Essere Divino, che, ora da lontano e ora da vicino, chiamano la creatura, nell'unità del nostro Fiat, a ripetere gli atti profondi della nostra adorazione per cui facendo suo ciò che è nostro, può darci il Sole, il vento, il mare, la terra fiorita, come adorazioni profonde che sa e può produrre la nostra Volontà unica nella creatura. Che cosa non può fare il nostro Fiat? Con la sua forza unica può tutto, unisce tutto, ha in atto tutto ed unisce Cielo e terra, Creatore e creatura e ne forma uno solo." Detto ciò si è ritirato nella profondità della sua luce ed ha fatto silenzio.
Ond'io son rimasta a continuare il mio giro nella Creazione, per seguire quell'adorazione profonda del mio Creatore in tutte le cose create. Oh come si sentiva in ciascuna cosa il profumo dell'adorazione Divina! Si toccava con mano il loro alito adorato. Si sentiva nel vento l'adorazione penetrante, imperante del nostro Creatore, che investendo tutta la terra, ora con soffio leggero, ora con onde impetuose, ora con aliti carezzevoli, ci investe tanto e ci chiama all'adorazione che il vento possiede del suo Creatore. Chi può dire la forza del vento? Esso in pochi minuti gira tutto il mondo ed ora con impero, ora con gemiti, ora con voce flebile ed ora urlante, ci investe e ci chiama ad unirci a quell'adorazione Divina che esso dà al suo Creatore. E seguendo il mio giro vedevo il mare, in quelle acque cristalline, in quel mormorio continuo, nelle sue onde altissime, Gesù diceva che quel mare non era altro che un atto di profonda adorazione della purità Divina, adorazione del loro amore che mormora continuamente e nelle onde l'adorazione della fortezza Divina muove come leggera paglia tutto e tutti. Oh! se il Fiat Divino regnasse nelle creature, a tutti farebbe leggere in ciascuna cosa creata l'adorazione distinta che ciascuna cosa possiede per il suo Creatore. Unificandoci con tutta la Creazione, una sarebbe stata l'adorazione, uno l'amore, una la gloria al nostro Ente Supremo. Oh! Volontà Divina, vieni a regnare e fa’ che una sia la Volontà di tutti...
16 Aprile 1929
Come chi vive nel Fiat è scambio di vita tra il Fiat e l'anima. Amore duplicato.
Le privazioni del mio dolce Gesù si fanno più a lungo ed io non faccio altro che sospirare e gemere il suo ritorno. E, per quanto viva, tutta abbandonata nel Fiat Divino, le sue privazioni sono ferite tanto profonde ed acerbe, che più che cerva ferita mando i miei gridi di dolore, tanto che, se potessi, assorderei Cieli e terra e muoverei tutto al pianto, per un dolore sì straziante e per una privazione sì grande, che mi fa sentire il peso d'un dolore infinito e d'una ferita sempre aperta, tranne quei pochi momenti in cui mi parla del suo Volere Divino per cui mi sembra che la ferita si chiuda, ma per riaprirsi con dolore più acerbo. E perciò son costretta nei miei scritti, a vergare la mia nota dolente della piccola anima mia, che più che cerva ferita, manda grida di dolore, per ferire quel Gesù che mi ferisce, sperando che, ferito, possa ritornare e mettere tregua alla mia nota dolente.
Onde mentre mi sentivo immersa nel dolore della sua privazione e tutta abbandonata nel suo Volere, si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Coraggio, oh figlia, non ti abbandonare nel tuo dolore, ma sali più su. Tu sai che hai un compito da compiere e questo compito è tanto grande che neppure il dolore della mia privazione deve fermarti. Anzi devi servirti per salire più su, nella luce della mia Divina Volontà. Il tuo incontro con Essa dev'essere continuo, perché è scambio di vita che dovete fare: Essa si deve dare continuamente a te e tu ad Essa. E tu sai che il moto, il palpito, il respiro dev'essere continuo, altrimenti la vita non può esistere e tu faresti mancare la tua vita nel mio Fiat che sentirebbe il dolore perché la sua piccola figlia, la sua cara neonata, le fa mancare in Esso il suo moto, il suo palpito, il suo respiro, sentirebbe lo strappo della sua neonata, che per sentire la sua vita come vita sua, la tiene sempre in atto di nascere, senza metterla fuori dal suo seno, neppure per farle fare un passo. E tu ti sentiresti mancare la vita del suo moto continuo, del suo palpito, del suo respiro; sentiresti il vuoto d'una Volontà Divina nell'anima tua. No, no, figlia mia, non voglio alcun vuoto della mia Volontà in te. Ora tu devi sapere che tutte le manifestazioni che ti faccio sul mio Fiat Divino, sono come tanti scalini in cui scende il mio Volere nell'anima, per prenderne il possesso, per formare il suo regno e l'anima sale al Cielo per trasportarlo dal Cielo in terra. Perciò è un compito grande e non conviene per qualunque ragione, anche se fosse santa, perdere tempo. E tu vedi come io stesso mi eclisso nel mio Voler Divino per dare tutto il luogo ad Esso e se faccio le mie scappatine nel venire, è solo per trattare, per riordinare e farti conoscere ciò che appartiene alla mia Divina Volontà. Perciò, sii attenta ed il tuo volo in Essa sia continuo."
Dopo di ciò continuavo a sentirmi oppressa per le privazioni di Gesù e pensavo tra me: com'è scemato il suo amore verso di me, in confronto a quello che provava per me prima, mi sembra che mi son rimaste appena le ombre dell'amore di Gesù. Ma mentre pensavo ciò si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, ogni atto fatto nella mia Divina Volontà duplica il mio amore verso di te. Quindi dopo tanti atti che hai fatto in Essa, posso dire che il mio amore è cresciuto tanto che in ogni atto che fai nella mia Divina Volontà, devo allargare la tua capacità, per poterti far ricevere il mio crescente amore che sorge in me. Perciò il mio amore è più intenso e centuplicato rispetto a quello di prima. Quindi puoi star sicura che il mio amore non ti mancherà mai, mai."
21 Aprile 1929
Come la Divina Volontà è pienezza. Adamo prima di peccare possedeva la pienezza della Santità. La Vergine e tutte le cose create posseggono questa pienezza.
Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, sento che non posso fare a meno di stare nella cara eredità che il mio dolce Gesù, con tanto amore, mi diede dicendomi: "Figlia, l'affido a te affinché mai ne esca e faccia risuonare il tuo eco continuo, da un punto all'altro, in modo che tutto il Cielo possa sentire che l’interminabile eredità del nostro Fiat sulla terra non è isolata, ma è abitata dalla piccola figlia nostra, lei girerà sempre in Essa, per far compagnia a tutti gli atti del nostro Volere ed a tutti i suoi appartamenti." Perciò mi è caro e dolce vivere nella mia Celeste eredità, mi sentirei mancare la vita senza di Essa.
Onde mentre giravo in Essa, il mio sempre amabile Gesù girava insieme con me e, tutto amore, mi ha detto:
"Figlia mia, la mia Divina Volontà è tutta pienezza, non c'è cosa che non possieda: immensità di luce, Santità inarrivabile, interminabilità senza confini, Essa è generatrice incessante, vede tutto, sente e plasma tutto. Tutto ciò è natura nel mio Fiat Divino, perciò gli atti suoi posseggono la pienezza di tutti i beni. Quindi per poter rinchiudere un solo suo atto nel fondo dell'anima, è necessario che si sgombri di tutta se stessa, ritorni nel vuoto del nulla come nell'atto quando fu creata, affinché il mio Voler Divino trovi lo spazio del nulla, per poter deporre un suo atto di pienezza, che possiede la virtù generatrice incessante, per cui un atto chiamerà l'altro, in modo che nulla manchi, né pienezza di luce, di Santità, d'amore, di bellezza, né molteplicità di atti divini. Perciò la Santità fatta nel mio Voler Divino possiede tutta la pienezza, ma tanto, che se Iddio volesse darne di più, non troverebbe luogo dove mettere altra luce, altra bellezza. Noi diremo: tutta bella sei, né possiamo aggiungerti altra bellezza tanto sei bella, sei opera del nostro Volere e ciò basta per essere un'opera degna di noi. E l'anima dirà: Sono il trionfo del vostro Fiat Divino, perciò sono tutta ricca e bella, posseggo la pienezza d'un atto del vostro Volere Divino, il quale tutta mi riempie e se voleste darmi di più, non so dove mettere. Tale fu la pienezza della Santità d'Adamo prima di cadere nel labirinto della sua volontà umana. Perché possedeva il primo atto del nostro Fiat generatore della sua Creazione e perciò possedeva pienezza di luce, di bellezza, di fortezza, di grazia, tutte le qualità del nostro Fiat riflettevano in lui e lo abbellivano tanto, che noi stessi ci sentivamo rapiti nel guardarlo, nel vedere in lui così ben scolpita la nostra cara immagine che formava in lui il nostro Essere Divino. E perciò anche se cadde non perdette la vita, né la speranza rigeneratrice del nostro Fiat, perché avendo posseduto nel principio della sua vita la pienezza dell'atto suo, non volle perdere colui che lo aveva posseduto. La Divinità si sentì talmente legata ad Adamo, che non si sentì di allontanarlo per sempre. Perdere ciò che una volta è stato posseduto dal nostro Fiat è troppo, la nostra forza si sentirebbe debole, il nostro amore ristringerebbe il fuoco che possiede per non farlo, sarebbe il vero imbarazzo divino, perdere colui che ha posseduto un atto solo della pienezza della nostra Volontà.
L'Altezza della Sovrana Regina possedette tale pienezza di Santità e perciò nessun vuoto c'è in Lei, si riempì tanto che possiede mari di luce, di grazie, di bellezza, di potenza. È tale e tanta la sua pienezza, che non sappiamo dove mettere altro e Lei non ha dove ricevere. Perché è l'unica Celeste creatura che visse sotto l'impero dell'atto del nostro Fiat e che può dire: sono un atto di Volontà Divina ed in questo sta tutto il segreto della mia bellezza, potenza, grandezza e perfino della mia Maternità.
Che cosa non può fare un atto del nostro Fiat? Tutto, la sua prerogativa è la pienezza di tutto. Un atto di Esso è il Sole e possiede la pienezza della luce e (se) si potesse domandare al Sole: vorresti più luce? Risponderebbe: ne ho tanta che posso dare luce a tutti e, mentre la do, non la perdo, perché posseggo la sorgente della luce dell'atto del Fiat Divino. Il Cielo è un atto di Esso, perciò dovunque si stende, è tanta la sua pienezza che non trova dove stendere di più le sue tende azzurre. Il vento è un atto del nostro Fiat Divino e perciò possiede la pienezza dell'impero, della forza, chi può resistere alla forza del vento? Nessuno, fa gioco di tutto e con la sua forza imperante sradica città, alberi innalza ed atterra ogni cosa come se fosse paglia. Tutta la Creazione, ogni cosa creata, possiede la pienezza dell'atto del nostro Fiat e perciò nessuna cosa è misera, tutte sono ricche della pienezza voluta dal nostro Voler Divino, nessuna cosa ha bisogno di nulla, tutte sono per natura ricche per loro stesse. Il mare possiede la pienezza delle acque, la terra la pienezza delle piante e di tante diversità di piante, perché tutte son parti dell'atto del nostro Voler Divino. Ora, figlia mia, il vivere nella mia Divina Volontà è proprio questo, possedere e godere la pienezza dei beni Divini, in modo che nulla le manchi, né Santità, né luce, né bellezza, saranno i veri parti del mio Fiat adorabile."
28 Aprile 1929
Come il Fiat Divino rende inseparabile la creatura da Dio. Straripamento Divino per la creatura. Tutto è al sicuro in chi vive nel Fiat, Tutto invece è pericolante in chi fa l'umana volontà.
Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino per seguire i suoi atti nella Creazione e, giunta nell'Eden, la mia povera mente si è fermata nell'atto quando creò l'uomo ed alitandolo gli infuse la vita e pregavo Gesù che alitasse la povera anima mia per infondermi il primo alito divino della Creazione, affinché, col loro alito rigeneratore, potessi ricominciare la mia vita tutta nel Fiat e secondo lo scopo per cui mi avevano creata. Ma mentre facevo ciò, il mio dolce Gesù è uscito dal mio interno, come in atto di volermi alitare e mi ha detto:
"Figlia mia, è nostra Volontà che la creatura risalga nel nostro seno, tra le nostre braccia creatrici perché possiamo ridarle il nostro alito continuato ed, in questo alito, la corrente che genera tutti i beni, le gioie e le felicità. Ma per poter dare questo alito l'uomo deve vivere nel nostro Volere, perché solo in Esso lo può ricevere e Noi possiamo darlo. Il nostro Fiat ha tale virtù, da rendere inseparabile la creatura da Noi e ciò che Noi siamo e facciamo per natura, lei lo può fare per grazia. Noi col creare l'uomo, non lo mettemmo a distanza da Noi e, per averlo insieme con Noi, gli demmo la nostra stessa Volontà Divina, la quale gli avrebbe dato il primo atto per operare insieme col suo Creatore. Fu questa la causa per cui il nostro amore, la nostra luce, le nostre gioie, la potenza e bellezza nostra, rigurgitarono tutte insieme e, straripando fuori del nostro Essere Divino, imbandirono la mensa a colui che avevamo con tanto amore formato con le nostre mani creatrici e generato col nostro stesso alito. Volevamo goderci l'opera nostra, vederlo felice della nostra stessa felicità, abbellito della nostra stessa bellezza, ricco della nostra ricchezza. Molto più che era Volontà nostra stare vicino alla creatura, operare insieme e trastullarci insieme con essa. I giochi non si possono fare da lontano, ma da vicino. Ecco perciò che per necessità di creazione e per mantenere integra l'opera nostra e lo scopo con cui l'avevamo creata, l'unico mezzo era dotare l'uomo di Volontà Divina, la quale lo avrebbe conservato come uscì dalle nostre mani creatrici e lui avrebbe goduto tutti i beni nostri e noi avremmo goduto perché lui era felice. Perciò per fare che l'uomo ritorni al suo posto d'onore e che rientri di nuovo ad operare insieme col suo Creatore ed a vicenda si trastullino insieme, non ci sono altri mezzi che rientrare di nuovo nel nostro Fiat, affinché ce lo porti trionfante nelle nostre braccia che lo stanno aspettando per stringerlo forte nel nostro seno Divino e dirgli: “Finalmente, dopo seimila anni sei tornato, sei andato errante, hai provato tutti i mali, perché non c'è bene senza del nostro Fiat, hai provato abbastanza e toccato con mano ciò che significa uscire da Esso, perciò non uscirne più, vieni a riposarti ed a godere ciò che è tuo, perché nel nostro Volere tutto ti fu dato”. Quindi figlia mia, sii attenta, tutto ti daremo se vivi sempre nel nostro Fiat, il nostro alito prenderà piacere a “fiatarti” sempre, per strariparti le nostre gioie, la nostra luce, la nostra santità e comunicarti l'attitudine delle nostre opere, affinché sempre insieme possiamo tenere la piccola figlia rigenerata dalla nostra Divina Volontà." Detto ciò si è ritirato nel mio interno.
Ed io continuavo a seguire gli atti innumerevoli del Fiat Divino ed il benedetto Gesù ha ripreso a dire:
"Figlia mia, è prerogativa del mio Voler Divino mettere al sicuro tutto ciò che possiede. Quindi quando entra nell'anima, come possessore di essa, mette al sicuro tutte le cose: la santità, la grazia, la bellezza, tutte le virtù e per fare che tutto sia al sicuro, fa sostituire nell'anima la sua santità Divina, la sua bellezza, le sue virtù, tutto in modo Divino e, mettendovi il suo suggello che è intangibile da ogni cambiamento, rende la creatura intangibile da ogni pericolo. Sicché per chi vive nel mio Volere nulla c'è più da temere, perché Lui ha assicurato ogni cosa con la sua assicurazione Divina. Invece la volontà umana rende tutto pericolante, anche la stessa santità, le virtù, che non sono sotto il dominio continuo del mio Fiat, sono soggetti a pericoli ed oscillazioni continui. Le passioni hanno le vie aperte per mettere tutto sossopra e gettare a terra le virtù, la santità, formate con tanti sacrifici. Se non c'è la virtù vivificatrice ed alimentatrice continua del mio Volere, che chiude tutte le porte e tutte le vie a tutti i mali, l'umana volontà tiene porta e vie per fare entrare il nemico, il mondo, la stima propria, le miserie, i turbamenti, che sono il tarlo delle virtù e della santità e quando c'è il tarlo, non c'è forza sufficiente per essere fermi e perseveranti nel bene. Perciò tutto è pericolante quando non regna la mia Divina Volontà.
Oltre a ciò è tanto il male quando la nostra Divina Volontà non regna in mezzo alle creature, che tutte le cose stanno in continua oscillazione. La nostra stessa Creazione, tutti i beni della Redenzione, sono intermittenti, perché non trovando nell'umana famiglia il nostro Fiat regnante, non sempre possono dare gli stessi beni, anzi molte volte ci dobbiamo servire della Creazione e Redenzione per armarle contro l'uomo, perché l'umano volere si mette contro il nostro e Noi, di giustizia, dobbiamo colpirli, per far loro comprendere che non regnando il nostro Volere, l'umano volere respinge i nostri beni e ci costringe a punirli. La stessa gloria che ci dà la creatura per mezzo della Creazione e della Redenzione non è fissa, muta ad ogni atto di volontà umana. Quindi il piccolo interesse che ci dovesse dare la creatura del suo amore e della sua gloria, perché gli abbiamo dato tanto, non è neppure rendita fissa, ma tutto è intermittente, perché la sola nostra Volontà ha virtù di rendere irremovibili e continui gli atti suoi e quelli dov'Essa regna. Sicché finché non regna il nostro Fiat Divino tutto è pericolante; la Creazione, la Redenzione, tutti i Sacramenti stanno in pericolo, perché l'umano volere ora abusa, ora non riconosce Colui che tanto lo ha amato e beneficato, ora calpesta sotto i suoi piedi gli stessi nostri beni. Perciò finché non regnerà il nostro Volere che getterà, in mezzo alle creature, l'ordine Divino, la sua fermezza ed armonia ed il suo giorno perenne di luce, di pace, tutto starà in pericolo, per Lui e per Noi. Le stesse cose nostre staranno sotto l'incubo del pericolo e non potranno dare alle creature i beni abbondanti che essi contengono."
4 Maggio 1929
Potenza, incanto, impero di un'anima che vive nel Volere Divino; come tutto gira intorno a lei e padroneggia lo stesso Creatore.
Il mio abbandono nel Fiat Divino continua e la mia povera mente ora si ferma ad un punto, ora all'altro di Esso, ma non sa uscire dall'immensità dei suoi confini interminabili; anzi non trova né vie, né porte per uscirne. E mentre cammino nel Voler Divino, lo lascio dietro di me e, mentre lo lascio dietro, mi si fa avanti con la sua maestà, a destra ed a sinistra, perfino sotto i miei passi e mi dice: "Son tutto per te, per darti la mia vita e formarla in te. Sicché non c'è altro per te che la mia Volontà Divina ed adorabile." Ora mentre la mia povera mente si perdeva in Essa, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino sente in sé l'atto continuo e costante dell'operato Divino del mio Fiat Divino. Quest'atto continuo, generato dalla sua potenza nella creatura, ha tale forza, tale impero su tutti, che rapisce tutti col suo dolce incanto, in modo che tutti girano intorno a lei: gli Angeli, i Santi, la Trinità Sacrosanta, le sfere e la Creazione tutta, tutti vogliono essere spettatori per godere una scena sì dolce, incantevole e bella dell'atto continuo della creatura nel Fiat Divino, essa entra nel banco dell'Ente Supremo e, unificandosi con l'atto continuo del suo Creatore, non fa altro che mettere fuori, col suo atto continuo, le innumerevoli bellezze, i suoni più dolci, le rarità insuperabili delle qualità del suo Creatore. E quello che più rapisce è vedere la sua piccolezza, che tutta ardita e coraggiosa, senza nulla temere, padroneggiare lo stesso Creatore, per fargli piacere, per rapirlo a sé, per chiedergli il regno del suo Volere sulla terra, prende e mette fuori dal banco Divino, tutte le nostre gioie e felicità come se volesse esaurirle e, vedendo che non le esaurisce, non si stanca, ripete il suo atto continuato. In modo che tutti aspettano che finisca e, non vedendola finire, si stringono intorno a lei, tanto che essa diventa luogo di centro e tutti girano intorno, per non perdere una scena sì consolante e mai vista, cioè l'atto continuo della piccolezza umana nell'unità del Fiat Supremo. Molto più che l'operato continuo è solo di Dio e nel vederlo ripetere dalla creatura, desta le più grandi sorprese che fa stupire Cieli e terra. Piccola figlia mia, se tu sapessi che significa un atto continuo nella mia Volontà! Quest'atto è incomprensibile a mente creata, esso è bilocatore del nostro atto continuo, la Divina Volontà entra nel nostro atto e fa sorgere e mette fuori mostrando a tutti la nostra rara bellezza, il nostro amore invincibile, la nostra Potenza che tutto può, la nostra immensità che tutto abbraccia, vorrebbe dire a tutti: “guardate chi è il nostro Creatore”. E Noi la facciamo fare e godiamo nel vedere che la piccolezza della creatura vuol darci il nostro Paradiso ed il nostro Essere Divino come nostro e come suo. Che cosa non può fare e darci chi vive nel nostro Fiat? Tutto! Molto più che stando in terra questa felice creatura, in virtù del libero arbitrio, ha la virtù conquistatrice, ciò che non hanno neppure i Santi in Cielo e, con questa, può conquistare e moltiplicare il bene che vuole. Ed il nostro Volere che la tiene dentro di sé, la rende conquistatrice del nostro Essere Divino."...
9 Maggio 1929
Com'era necessario che Dio accentrasse in Luisa la santità umana per consumarla e per dar principio alla santità del vivere nel Voler Divino. Come il patire volontario è qualcosa di grande innanzi a Dio.
Avevo letto nel primo volume dei miei scritti come Nostro Signore mi aveva detto che voleva che io accettassi d'entrare in battaglia col nemico infernale, nelle dure prove a cui mi sottoposi. Ond'io pensavo tra me: “Mi sembra che ci sia contraddizione perché Gesù mi ha detto tante volte che chi vive nella sua Volontà Divina non è soggetto a tentazioni, né a turbamenti, né il nemico ha potere di poter entrare nel Fiat Divino, perché questo lo brucerebbe più dello stesso fuoco dell'inferno e, per non restare più bruciato, fugge dall'anima che vive in Esso. Ora mentre pensavo ciò e tante altre cose, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, tu ti sbagli, né ci sono contraddizioni. Tu devi sapere che dovendoti chiamare in modo tutto speciale a vivere nella mia Divina Volontà, per fartela conoscere e per mezzo tuo far conoscere agli altri la santità del vivere in Essa, per farla regnare sulla terra, era necessario che accentrassi in te tutta la santità umana per consumarla in te, per dar principio alla vera santità del vivere nel mio Volere Divino. La santità nell'ordine umano doveva essere lo sgabello, il trono, della santità nell'ordine della mia Divina Volontà. Ecco perciò fin dal principio in cui ti chiamai allo stato di vittima ed a tutto ciò che soffristi in quell'epoca, io prima te lo dicevo per sapere se tu accettavi e dopo che tu accettavi allora ti mettevo in quello stato di pena, volevo da te il patire volontario, non forzato, perché era la tua volontà che volevo far morire per accendere sulla tua volontà, quasi come spenta fiammella, il gran fuoco del Sole del mio Fiat. Il patire volontario è qualcosa di grande innanzi alla nostra Maestà Suprema e perciò sulla morte del tuo volere, affogato di pene, la mia Volontà poteva avere il dominio e disporti a ricevere il bene più grande delle sue conoscenze. Non fu il mio patire tutto volontario, infatti nessuno poteva imporsi su di me, che formò il gran bene della Redenzione? Quindi tutto ciò che tu soffristi allora non fu altro che completamento dell'ordine della santità nel modo umano. Perciò quasi nulla ti dicevo della santità del vivere nel mio Voler Divino; volevo completare l'una per incominciare l'altra. E quando vidi che nulla mi negasti di ciò che io volevo, a costo anche della tua vita e mentre nulla mi negavi e la tua volontà perdeva la via e si trovava in continuo atto di morire, la mia faceva la sua via e riacquistava la sua vita in te. E come riacquistava la sua vita così si svelava dicendoti la sua lunga storia, il suo dolore e come sospira di venire a regnare in mezzo alle creature.
La mia parola è vita e come più che tenero Padre ti parlavo del mio Fiat, così andavo formando la sua vita in te, perché mai avresti capito ciò riguardava il mio Volere, se non avresti avuto la sua vita in te, perché ciò che forma vita fa avere il vero interesse di comprendere e difendere, ciò che non forma vita entra nell'ordine secondario, non primario per cui non si sente il vero amore che si può avere per la propria vita. Onde alla stessa vita del mio Fiat formata in te, io potevo affidare tutte le sue conoscenze per poter formare altrettante vite di Esso nelle creature. E poi dovevo far di te ciò che feci di me. Io quando venni sulla terra osservai tutte le leggi, mi sottoposi a tutti i sacrifici della legge antica, in modo perfetto che nessun altro fino allora aveva osservato e, dopo che tutto completai in me consumando nella mia Umanità tutte le leggi e le santità di modo antico, abolii tutto e diedi principio alla nuova legge di grazia ed alla nuova santità che portai sulla terra. Così ho fatto con te. Accentrai in te le pene, i sacrifici, le battaglie della santità presente per completarla e così potere rincominciare la nuova santità del vivere nel mio Volere, cioè il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra.
Ora, dove sono le contraddizioni che tu dici? Quando l'anima entra nel mio Volere per farvi vita perenne, il nemico non può più avvicinarsi, la sua vista resta accecata dalla luce del mio Fiat, né può vedere ciò che la felice creatura opera in questa luce Divina. La luce si schermisce di tutto, domina tutti, è intangibile, né si fa offendere né offende e, se qualcuno la vuol toccare o stringere nelle sue mani, con rapidità incantevole sfugge e, quasi scherzevole, la spruzza di luce. Tocca tutto, abbraccia tutti per far bene a tutti, ma non si fa toccare da nessuno. Tale è la mia Divina Volontà, chiude l'anima nella sua luce e col suo impero eclissa tutti i mali e lei, vivendo di luce, si converte tutta in luce, in santità e pace perenne. Sicché i mali si smarriscono e perdono la via; i turbamenti, le passioni, il peccato restano tutti senza gambe e non sanno più camminare. Perciò sii attenta ed il tuo vivere nel mio Fiat sia continuo."
12 Maggio 1929
Come chi vive nel Fiat Divino è il narratore delle opere Divine. Ascensione. Motivo per cui Gesù non lasciò il regno della Divina Volontà sulla terra.
Continuando il mio solito abbandono nel Fiat Divino, stavo seguendo gli atti di Esso nella Creazione, mi sembrava che unendomi ai suoi atti, ora facevo un atto di luce, ora un atto d'immensità, ora un atto di potenza e così via, via. Ma mentre facevo ciò, il mio sempre amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, chi vive nella mia Divina Volontà e segue gli atti suoi è il narratore di tutte le opere nostre. Sicché come tu giri nel Sole, per ripetere insieme con la mia Volontà ciò che feci nel creare il Sole, diventi la narratrice della storia della sua luce e l'Ente Supremo, nel sentirsi ripetere da te tutta la storia del Sole, ciò che racchiude, il bene che fa, si sente ridare tutta la gloria della sua luce e, come la luce brilla sopra tutte le cose, investe tutto, riempie l'aria, così si sente il tuo eco, vicino e lontano, nel basso e nell'altezza dei Cieli e, sussurrando al nostro orecchio, sei la narratrice della luce e ci glorifichi tanto che ci dai un Sole di gloria. Oh! come restiamo felicitati da parte della creatura, perché da noi fu creato un astro così benefico per tutta la terra. E come non amare chi vive nel nostro Fiat Divino? Lei raccoglie tutte le nostre qualità e felicità sparse in tutto il creato ed ora è la narratrice del Cielo e ci dice la storia della sua immensità e ci dà la gloria del Cielo intero; ora ci dice la storia del mare e mormora insieme con le acque: amore e gloria di tutto il mare al mio Creatore. Ora ci narra la storia della terra fiorita e tutte le piante e i fiori elevano il loro profumo e ci dà la gloria di tutta la terra. Ed ora fa la narratrice della storia del vento, ora dell'aria, ora dell'uccellino che canta, ora dell'agnello che bela, insomma, ha sempre cose da narrarci delle tante cose che abbiamo fatto nella Creazione, per ridarci l'amore e la gloria che avemmo nel crearla. Oh! come è dolce e gradito a Noi sentirti fare la narratrice delle opere nostre, ci sentiamo raddoppiare l'amore, la gloria nostra; molto più che, chi ci fa la narrazione vive nel nostro Volere il quale, ammaestrandola, le fa dire i segreti amorosi che ci sono in tutte le cose create." Detto ciò ha fatto silenzio. Poi come se non potesse contenere l'amore del suo Cuore Divino ha soggiunto:
"Figlia diletta mia, tu sei la mia speranza, la speranza del Regno della mia Divina Volontà sulla terra, quella speranza che non dice dubbio ma certezza, perché già in te trova il suo regno; i tuoi modi, le tue prerogative, le tue narrazioni, sono tutti appartenenti al mio Fiat Divino, in te ci sono le sue fondamenta, le sue conoscenze, perciò spero che il suo regno si formi e si divulghi sulla terra."
Dopo di ciò stavo pensando a quando Nostro Signore salì al Cielo, glorioso e trionfante, con la sua Umanità non più umiliata, soggetta alle pene, con la divisa dell'Adamo decaduto; ma intangibile da ogni pena, con la divisa del nuovo Adamo innocente, con tutte le prerogative più belle della Creazione, vestito di luce ed immortale. Ma mentre pensavo ciò, il mio dolcissimo Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, la mia Umanità rifece in sé e sopra di se stessa tutti i mali dell'umanità decaduta fino a morire, per darle virtù di farla risorgere dalla morte cui era soggetta. Ecco la causa per cui non lasciai il regno della mia Volontà Divina sulla terra, perché mancava l'umanità dell'Adamo innocente, gloriosa ed immortale, per poter impetrare e ricevere il gran dono del mio Fiat. Perciò era necessario che la mia Umanità prima rifacesse l'umanità decaduta e le desse tutti i rimedi per rialzarla, poi morisse e risorgesse con le doti dell'Adamo innocente, per poter dare all'uomo ciò che aveva perso. Non solo, ma volli salire al Cielo con la mia Umanità bella, vestita di luce, come uscì dalle nostre mani creatrici, per dire al Padre Celeste: “Padre mio, guardami: la mia Umanità è rifatta, il regno della nostra Volontà sta al sicuro in Essa, son'Io il capo di tutti e chi ti prega ha tutti i diritti di chiedere e di dare ciò che possiede”. Figlia mia, ci voleva una umanità innocente con tutte le doti con cui uscì dalle nostre mani creatrici, per impetrare di nuovo il regno della nostra Volontà in mezzo alle creature. Fino ad allora il regno mancava ed io l'acquistai con la mia morte e salii al Cielo per portare a termine il primo e il secondo mio compito: impetrare e dare il regno della mia Divina Volontà sulla terra. Sono circa duemila anni che questa mia Umanità prega e la nostra Maestà Divina, sentendosi rigurgitare di nuovo, anzi con più intensità, l'amore della Creazione che avemmo nel creare l'uomo e sentendosi rapire ed affascinare dalle bellezze della mia Umanità, ha sboccato fuori di nuovo e, aprendo i Cieli, ha fatto piovere a torrenti la pioggia di luce delle tante conoscenze sul mio Fiat, affinché come pioggia discenda sulle anime e con la sua luce vivifichi e sani l'umano volere e, trasformandolo, getti la radice della mia Volontà nei cuori e vi stenda il suo regno sulla terra. Per venire il mio regno sulla terra, prima avrei dovuto farlo conoscere, per far sapere che vuol venire a regnare ed io, come un Fratello maggiore dell'umana famiglia, sto facendo tutte le pratiche nel Cielo presso la Divinità, per darle un acquisto sì grande. Quindi era necessario che io salissi al Cielo con la mia Umanità glorificata, per poter riacquistare di nuovo il regno del mio Fiat per i miei fratelli e figli miei."
16 Maggio 1929
Come le conoscenze sulla Divina Volontà sono l'esercito; gli atti fatti in Essa, le armi; la sua luce, la Reggia; il ministero, La Trinità Santissima. Foga Divina per stabilire il suo regno. Bisogno Divino; suo silenzio e dolore dei suoi segreti.
Continuando il mio solito abbandono nel Fiat Divino, mi sento impensierita per le privazioni del mio dolce Gesù. Oh! come la povera anima mia geme sotto il peso infinito d'un dolore che fa dire a tutte le cose create: “Dove è il tuo Gesù? Dov’è Colui che tanto ti amava? Ah! tu senti che sostiene tutto, tocchi la sua bellezza che ha sfiorato tutta la Creazione e vedi la sua immensità che non puoi raggiungere, queste che tu vedi non sono altro che le orme dei suoi passi, che, al suo passaggio, ha impresso su tutte le cose da Lui create, ma non è qui e tu corri, cercalo e noi tutti ti accompagneremo gemendo insieme con te, per farti trovare Colui che tu vuoi”. Ed io sento che tutti mi parlano di Gesù con note dolenti, che fanno eco nel mio povero cuore straziato da un dolore che io stessa non so dire ed è tanta l'impressione mi sembra di voler uscire dal mio solito stato. Ma in questo mentre il mio amabile e buon Gesù mi ha sorpresa e, gettandomi le braccia al collo, mi ha detto:
"Figlia mia, che c'è? che c'è? Calmati, calmati. Come, vuoi tu forse uscire dall'esercito della mia Divina Volontà? Guarda che esercito ordinato, formidabile e numeroso, è schierato nell'anima tua, non ti riuscirà facile uscire. Ma sai tu chi costituisce quest'esercito? Tutte le conoscenze sulla mia Divina Volontà, perché Essa avendo formato la sua Reggia in te, non poteva stare, né era decoroso stare, senza il suo esercito. Abbiamo messo fuori questo esercito dal nostro seno Divino per corteggiare, difendere e far stare tutti sull'attenti, per far conoscere a tutti chi è il nostro Fiat, il loro Re Divino, come vuol scendere con tutto il suo esercito Celeste in mezzo ai popoli, per combattere l'umano volere, ma non con le armi che uccidono, perché in Cielo non ci sono queste armi micidiali, ma con le armi di luce che combattono per formare la vita del mio Volere nelle creature. Or tu devi sapere che le armi di questo esercito sono gli atti fatti nella mia Divina Volontà. Guarda com'è bello! La Reggia è la luce del mio Fiat! Il Re che domina è il mio Volere! Il Ministero è la Trinità Santissima, l'esercito le sue conoscenze, le armi gli atti tuoi fatti in Esso. Perché come tu avevi il bene di conoscere una sua conoscenza ed operavi in virtù di essa nel mio Fiat, formavi le armi nelle mani di ciascuna conoscenza, per dar la vita di essa alle altre creature. Ma non è tutto ancora, ogni conoscenza possiede un'arma diversa l'una dall'altra. Sicché ogni conoscenza che ti ho dato sulla mia Divina Volontà possiede un'arma speciale e distinta, una possiede l'arma della luce per illuminare, riscaldare e fecondare il germe del mio Fiat, un’altra possiede l'arma della Potenza vincitrice che domina ed impera, un’altra l'arma della bellezza che rapisce e conquista, una l'arma della sapienza che ordina e dispone, un’altra l'arma dell'amore che brucia, trasforma e consuma, un’altra ancora l'arma della fortezza che atterra, fa morire e fa risorgere nel mio Volere Divino. Insomma, ogni mia conoscenza è un soldato divino che, manifestandosi all'anima tua, ha fatto mettere nelle sue mani, da te, l'arma dell’ufficio che possiede. Guarda che ordine hanno, come sono attenti al loro ufficio ed a maneggiare l'arma che ciascuno possiede, per disporre e formare il popolo del regno del mio Fiat Divino. Questo esercito e queste armi posseggono la virtù prodigiosa dell'infinito, in modo che si diffondono ovunque e dove c'è una luce anche piccola nelle creature, combattono con armi di luce contro le tenebre dell'umano volere, per eclissarlo e dare la vita del mio Fiat e dove c'è un germe di potenza o di forza, corre il soldatino divino con la sua arma della potenza e della forza per combattere la potenza e la forza umana e far risorgere la potenza e le forza della mia Divina Volontà. Questo esercito ha l'arma opposta per combattere tutti gli atti umani, per far risorgere sull'atto umano, l'atto del mio Volere Divino. Quindi figlia mia, è necessario che tu rimanga nella mia Divina Volontà per formare armi sufficienti, coi tuoi atti fatti in Essa, al grande esercito delle sue conoscenze. Se tu sapessi come questo esercito aspetta con ansia le armi degli atti tuoi nelle loro mani, per muovere battaglia e distruggere il povero regno dell'umano volere ed edificare il regno nostro, di luce, di santità e di felicità! Molto più che io sto in te, nella grande reggia della mia Divina Volontà, in mezzo al mio esercito col continuo consiglio del ministero delle Divine Persone, come riproduttore delle opere nostre, perché noi siamo l'Essere operante e, dove stiamo, vogliamo operare sempre, senza mai cessare. Quindi è di necessità che tu resti sempre nel nostro Fiat per unirti a noi nel nostro continuo operare e darci il campo di operare sempre in te. Perché è proprio questo il segno dell'operato Divino: operare sempre, sempre, senza mai cessare."
Dopo ciò ha fatto silenzio. E poi più tenero e con enfasi ha soggiunto:
"Figlia mia, se tu sapessi la foga del mio amore che sento, perché voglio stabilire il regno della mia Divina Volontà sulla terra, per realizzare l'unico scopo per il quale fu creato l'uomo. Perciò in tutto ciò che è stato fatto dalle Divine Persone, dacché fu creato il mondo e in quello che faremo, il nostro principio sarà sempre quello, né lo abbandoneremo giammai, che l'uomo ritorni nell'eredità che ci respinse del regno del nostro Fiat. Tanto che nella mia stessa incarnazione, quando scesi dal Cielo in terra, il primo scopo fu il regno della mia Divina Volontà, i primi passi li rivolsi nel regno di Essa, cioè nella mia Madre Immacolata che lo possedeva. La mia prima dimora fu nel suo seno purissimo, in cui il mio Fiat aveva il suo dominio assoluto ed il suo regno integro e bello. Ed in questo regno del mio Volere che possedeva la mia Mamma Celeste, incominciai e formai la mia vita quaggiù, vita di pene, di lacrime e di espiazioni. Io sapevo che dovevo essere il Gesù negletto, non amato, né cercato, ma volli venire perché vedevo, attraverso i secoli, che la mia venuta sulla terra sarebbe servita a formare il regno del mio Voler Divino e per necessità dovevo prima redimere gli uomini per avere il mio primo scopo. Ed io fin d'allora scesi dal Cielo per venire a trovare, cercare e stringere al mio seno i figli del regno mio, che mi avrebbero cercato, amato, riconosciuto, fino a giungere a non poter stare senza me. E perciò in ciò che io facevo e soffrivo, io mettevo un segno e dicevo: qui aspetterò i figli del mio Volere, li abbraccerò, ci ameremo d'un solo amore, con una sola Volontà. E per amor loro, le pene, le lacrime, i passi, le opere mi si cambiavano in refrigerio, in gioia, per il mio Cuore affogato d'amore. Figlia mia, non senti tu stessa che non puoi stare senza me? E quando leggeranno nel mondo queste carte resteranno strabiliati nel sentire la lunga catena delle mie grazie, le mie giornaliere venute e per sì lungo tempo, ciò che non ho fatto ad alcun altro, le mie lunghe conversazioni che ho fatto con te, i tanti insegnamenti che ti ho dato e tutto ciò che doveva servire al regno della mia Divina Volontà. Sentivo l'irresistibile bisogno di riprendere e rifare con te tutte le conversazioni, di darti le grazie e gli insegnamenti che avrei fatto coll'Adamo innocente, se non avesse respinto la preziosa eredità del mio Fiat; Adamo spezzò il mio dire e mi ridusse al silenzio e dopo seimila anni di silenzio, ho sentito l'estremo bisogno di riprendere il mio dire con la creatura. Oh! come era doloroso contenere tanti segreti nel mio Cuore! Dovevo confidare questi segreti a lei e solo per lei erano riservati, non per altri e se sapessi quanto mi è costato tacere per sì lungo tempo! Il mio Cuore era soffocato e delirante, ripeteva sommessamente: Ahimè! Creai l'uomo per avere con chi parlare, ma avrebbe dovuto possedere la mia Divina Volontà per intendermi e siccome me la respinse, mi ha reso il Dio taciturno; che dolore sento! L’amore soffocato mi faceva venir meno e delirare! Perciò non potendo questo silenzio durare più a lungo, l'ho voluto rompere con te, ho spezzato il mio lungo silenzio per la necessità della foga del mio dire così lungo, e spesso frequente e ripetuto. E mentre mi sfogo con te nel dire, mi sento come se ora sto dando principio alla Creazione e perciò in queste carte ti sto facendo scrivere il vero perché della Creazione, che cosa è la mia Volontà, il suo Valore infinito, come si deve vivere in Essa, il suo regno e come vuol regnare per rendere tutti santi e felici. Tutti resteranno sorpresi nel leggere queste carte e sentiranno il bisogno che il mio Fiat viva in mezzo a loro. La Divinità sente un'irresistibile necessità di completare l'opera della Creazione e questa sarà completata quando la nostra Divina Volontà regnerà in mezzo alle creature. Che farebbe una creatura se dopo che ha fatto un'opera, con sacrifici inauditi e per lungo tempo, un’opera che le costa la vita, di valore incalcolabile, solo perché le manca un punto, una sfumatura, un colore, non può completare l'opera che le costa tanto? Per quanto la sua opera sia bella, preziosa e di valore incalcolabile, tanto che potrebbe formare la sua fortuna, la gloria e la sua felicità completa, non può presentarla al pubblico, né può dire che è opera compiuta perché manca un punto. (Per) questa tale la vita si cambierebbe in dolore e sentirebbe il peso della sua opera, bella sì, ma non compiuta e perciò si sentirebbe infelice ed invece di avere gloria si sentirebbe umiliata e quali sacrifici non farebbe? Metterebbe la vita per mettere quel punto, per fare completa l'opera sua. Così ci troviamo noi; nulla manca all'opera nostra della Creazione, Cieli, Soli, opere e magnificenza di ogni specie, ma manca un punto, un punto che mi sfigura un'opera sì bella, questo punto è il più importante, è la sfumatura più bella, è il colore più vivo che manca alla Creazione; tutto e tutti vivono nel mio Fiat, ma un punto di essa, cioè l'umana famiglia, è fuori di Esso, fuori del mio regno e vive infelice. Qual dolore! C'è posto per tutti nel mio Volere, eppure c'è chi vive fuori. Oh! come gli uomini ci sfigurano quest’opera e ce la rendono incompleta. E che cosa non faremmo per vederla compiuta? Qualunque sacrificio, figlia mia, tutto siam disposti a fare; già ho messo la mia vita nella Redenzione per mettere questo punto all'opera creatrice. E quando conosceranno che significa Volontà di Dio, il gran bene che può fare e come a noi l'unica cosa che più importa è mettere in salvo i diritti del nostro Fiat Divino e farlo regnare, per vedere tutti felici nella Volontà nostra, della nostra stessa felicità, non si meraviglieranno più di leggere in queste carte ciò che ho detto e fatto di grande nell'anima tua, anzi diranno: ad una Volontà sì santa che tutto ha fatto, era giusto che ci fosse questo sfoggio di grazie e tanti insegnamenti sublimi, per farcela comprendere, amare e sospirare, in chi doveva fare il primo deposito del suo regno. Perciò, sii attenta perché si tratta di dare i diritti ad una Volontà Divina per rendere completa l'opera della Creazione."
21 Maggio 1929
La Divina Volontà è luce, l'amore calore. Alimento e sbocco Divino.
Sono sempre di ritorno nella mia cara eredità del Voler Divino e mi sembra di andare spigolando in Esso e Gesù molto buono non tralascia di darmi le sue belle lezioni su ciascuna di quelle spighe che vado raccogliendo. Mentre giravo andavo ripetendo il mio ritornello su ogni cosa: “Ti amo e fa’ che il mio “ti amo” sia la dolce catena che legando l'Eterno Fiat lo tiri, gli faccia violenza, a farlo venire a regnare sulla terra. Ora mentre facevo ciò, il mio Adorato Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, la mia Divina Volontà è luce, l'amore è il calore. Luce e calore sono inseparabili tra loro e formano la stessa vita. Necessità della fusione della mia Volontà e del mio amore: una volontà che non ama non è operante, un amore che non ha volontà è senza vita. Però la mia Volontà ha il primo atto, si può dire che la sua luce fa sorgere il calore, Essa fa il primo atto e chiama nella sua luce la vita dell'amore e ne forma una sol cosa. Chi mai può dividere il calore dalla luce? Nessuno. Ma quanto più grande è la luce, più forte è il calore. Sicché da una piccola luce, appena si sente la forza del calore; una luce grande dà molto calore e produce effetti mirabili. Quanti e quali effetti produce il Sole, perché la sua luce è tanta che abbraccia tutta la terra? Si può dire che è il re della terra con la sua luce e col suo calore, accarezza tutti, abbraccia tutto e fa bene a tutti e senza che chieda nulla a nessuno, perché primo: non ha bisogno di nulla, secondo: tutti si sentirebbero impotenti di contraccambiare il Sole del gran bene che fa a tutta la terra. Ecco perciò tu senti in te due potenze infinite, fuse in una: la Divina Volontà mia ed il mio amore, la luce del mio Volere ti fa correre per farti mettere il suo “ti amo”, che sprigiona dal seno della sua luce, su tutte le cose create, per vedere tutta la Creazione brillantata dal suo e tuo “ti amo”.
Oltre a ciò, la vita ha bisogno d'alimento; la mia Volontà Divina è vita, il mio amore è cibo: ogni tuo “ti amo” è un po’ d'alimento che dai al mio Fiat in te ed ogni tuo atto fatto nel mio Volere aumenta la vita di Esso in te. Oh! come gode e cresce mirabilmente la vita del mio Voler nella creatura quando trova molto amor Divino, si può dire che il mio Fiat trova il suo cibo ed il mio amore trova la sua vita."
Dopo di ciò continuavo a pensare al Fiat adorabile ed il mio dolce Gesù ha ripreso a dire:
"Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino sta sotto lo sbocco continuo del suo Creatore; è tanto il nostro amore verso di lei, che vedere il nostro Fiat nella piccolezza della creatura, ci rapisce tanto che vogliamo darle sempre, sempre, senza mai cessare. Ora questo nostro sbocco Divino la riempie tanto, che non le lascia alcun vuoto in se stessa, in modo che dovunque si poggi trova sempre la pienezza del nostro sbocco che la sostiene, in modo che non può ripiegarsi su se stessa, perché il nostro sbocco la sostiene e la porta come in trionfo nelle sue braccia. Ma sai tu che cosa sbocchiamo? Amore, luce, grazia, santità, potenza, eccetera; ora tutte queste nostre qualità fanno a gara per portare in braccio questa piccola creatura, pare che se la contendano tra loro e facciano a turno, per poter dire: “tutti l'abbiamo portata” e mentre ciascuna la porta nelle sue braccia se per esempio la porta l'amore, la riempia tanto d'amore, che prende gusto a vedere la piccola piccina affogata del suo amore ed allora si contenta di farla passare nelle braccia della luce quando la vede sboccare amore, perché vogliono vedere che la piccola piccina ripete ciò che ha fatto il suo Creatore. La luce prende gusto ad affogarla di luce, la grazia ad affogarla di grazia, la Potenza ad affogarla di potenza, tanto da rapire lo stesso Creatore. Insomma, questa piccola creatura vive sotto lo sbocco continuo di Dio, che la riempie tanto, da sentirsi affogata e, non potendolo contenere, è costretta a sboccarlo fuori. Sicché ciò che tu dici del mio Volere Divino non è altro che lo sbocco di ciò che contieni."
25 Maggio 1929
Potenza di chi vive nel Fiat Divino. Virtù degli atti fatti in Essa. Come tutte le generazioni pendono dagli atti fatti da Adamo.
Continuando il mio solito abbandono nel Fiat, mi son trovata fuori di me stessa e, con mia meraviglia, ho visto il nemico infernale vicino a me, come se si volesse lanciare su di me; io mi son sentita tal forza da mettermi su di lui e, come lo facevo, così è rimasto tutto fracassato ed in frantumi. Io mi sono sentita impressionata e ho pensato tra me: è da tanto tempo che non vedevo il nemico, anzi se lo vedevo fuggiva da me ed ora che cosa vuole con questo suo avvicinarsi? Ed il mio amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, l'anima che possiede il mio Fiat Divino ha tal potenza da mettere in frantumi la potenza diabolica ed io ho permesso di farti toccare con mano che solo mettendoti su di lui è rimasto stritolato, affinché Tu non lo tema e lui senta la potenza di chi possiede il mio Volere, che sperde come polvere al vento la forza diabolica. Perciò non ti dar pensiero per lui e continua la vita nel mio Fiat, perché tu devi sapere che ogni preghiera, ogni atto e moto di chi vive in Esso, racchiude dentro una forza ed un peso infinito ed incancellabile e l'infinità si stende ovunque, contiene la virtù produttrice di tutti i beni, abbraccia l'eternità, racchiude lo stesso Dio. Perciò un atto fatto nel mio Volere è un atto che non finisce mai ed ha tale potenza che racchiude Cielo e terra. Ed il nostro Fiat, con la sua Potenza infinita racchiude la nostra Divinità nell'atto della creatura, formando coi suoi veli di luce la più bella e deliziosa Reggia al nostro Essere Divino." Gesù è scomparso ed io mi sono sentita sprofondata nell'abisso di luce del Fiat Supremo.
Dopo ciò, stavo seguendo i miei atti nel Fiat Divino e giunta nell'Eden pensavo tra me: In questo Eden il nostro primo Padre Adamo fece i primi atti nel Fiat Divino. Sicché tutta la Creazione ebbe il principio in un atto di Volontà Divina operante in tutte le cose create, come pure il primo uomo. Essa stendeva la pienezza della sua Santità, Potenza, bellezza e luce in ciascuna cosa facendosi attrice e spettatrice, racchiudendo tutto in un atto solo di sua Volontà Divina. Com'era bella la Creazione al suo principio, una era la Volontà che operava ed i diversi atti non erano altro che gli effetti di Essa. Ma mentre pensavo ciò, il mio amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, tutte le generazioni pendono dai primi atti fatti da Adamo nella pienezza della mia Divina Volontà, perché essendo fatti in Essa, erano atti pieni di vita e potevano dar principio e vita a tutti gli altri atti di tutte le creature. E anche se le creature non vivono di mia Volontà ma della loro, è però sempre Essa che dà loro la vita e mentre dà la vita, la tengono come soffocata ed agonizzante negli atti loro. Perciò tutti gli atti di Adamo fatti nel mio Volere, stanno come atto primo di tutti gli atti delle creature. Chi può distruggere un atto fatto nella mia Divina Volontà? Chi mai può toglierle la Sovranità, la Potenza, la bellezza, la vita? Nessuno. Non c'è cosa che non penda dal primo atto, tutte le cose create pendono dal primo atto fatto da Colui che le ha create. E se tanto amo, sospiro e voglio che la mia Volontà sia conosciuta e regni in mezzo alle creature, è proprio questa la ragione, che siano restituiti i suoi diritti giusti e santi e che come tutta la Creazione ebbe principio, così ritorni tutta nella nostra Divina Volontà."
28 Maggio 1929
Quando Gesù ha parlato del suo Volere si sono abbassati i Cieli; festa di tutto il Cielo. Il Divin Volere corona della Creazione e Redenzione. Dolore di Gesù perché non si conosce il Fiat Divino.
La mia piccola intelligenza non fa altro che valicare il mare interminabile del Fiat Divino e, come Esso forma le sue onde di luce, così mormora il suo linguaggio celeste e divino e mette fuori i suoi segreti e, con parole arcane, si manifesta alla piccola anima mia; molte volte il mio dolce Gesù esce da quelle onde di luce, corre, mi abbraccia e si mette la mano al suo Cuore per sostenerlo, tanta è la foga dell’amore che sente quando parla del suo Volere Santissimo. Onde mentre mi trovavo in questo stato, il mio amato Gesù mi ha detto:
"Figlia del mio Volere, se sapessi che amore sento, quando decido di parlarti del mio Fiat Divino! Ogniqualvolta ti ho parlato di Esso, i Cieli si sono abbassati, tanta era la stima e la venerazione che sentivano e, facendo omaggio a ciò che io dovevo dire ed abbassandosi, sboccavano dalla Patria Celeste e tutti si mettevano sull'attenti per ascoltarmi e mentre io parlavo, sentivano in loro nuove creazioni di vite divine, nuove gioie, nuove bellezze. Perché quando si tratta di parlarti di altre conoscenze del mio Fiat Divino, tutto il Cielo sente la potenza di Esso e fa a gara ad ascoltare ed a ricevere i nuovi effetti di quelle conoscenze. Sicché è stata la festa di tutto il Cielo tutte le volte in cui ti ho parlato del mio Volere Santissimo, perché si sentiva raddoppiare la felicità e solo il Cielo poteva contenere tutti i mirabili effetti, le pure gioie d'una sola conoscenza del mio Fiat. Solo così potevo parlarti di Esso, col Cielo abbassato, per ricevere i suoi atti riverenti e gli omaggi dovuti alla mia Divina Volontà. È tanto l'amore ed il desiderio che sento di farla conoscere, che se fosse necessario, io m'incarnerei di nuovo per ottenere che la mia Volontà fosse conosciuta e regnasse sulla terra; ma ciò non è necessario, perché essendomi incarnato una volta, la mia incarnazione sta sempre in atto e ha virtù di riprodurre gli stessi effetti come se di nuovo m'incarnassi. Ed è stato solo per il decoro del mio Fiat che ti ho scelta, ti ho purificata da ogni germe di corruzione, mi son rinchiuso nell'anima tua, non solo in modo spirituale ma anche naturale, in modo da servirmi di te come velo per coprirmi, quasi come mi servii della mia Umanità come velo per nascondere la mia Divinità e, per averti a mia disposizione, ti ho segregata da tutto, ti ho confinata in un letto e per così lunghi anni, per darti le sublimi lezioni sul mio eterno Fiat e farti bere a sorsi a sorsi le sue conoscenze e la sua vita. La storia lunga di Esso richiedeva tempo per essere narrata ed essere compresa da te. Io posso dire che ora ho fatto di più di ciò che ho fatto nella Creazione e nella Redenzione, perché il mio Volere racchiude l'una e l'altra ed è principio e mezzo di esse e sarà fine e corona della Creazione e della Redenzione, in modo che senza della mia Volontà non conosciuta né regnante e dominante sulla terra, le nostre opere saranno opere scoronate ed incompiute. Ecco perciò tanto interesse di farla conoscere. Le nostre stesse opere fatte con tanto amore e magnificenza, stanno sotto l'incubo d'un gemito inenarrabile e quasi sotto un’umiliazione profonda, perché la vita, la sostanza essenziale che nascondono non è conosciuta ancora; si conoscono i veli, l'esteriorità della Creazione e della Redenzione ma la vita che nascondono è ignorata. Come possono dare la vita che nascondono ed i beni che posseggono? Perciò le nostre opere sospirano, reclamano i loro giusti diritti, che sia conosciuta la mia Divina Volontà. Ah! sì, Essa sola sarà la gloria, la corona imperitura ed il compimento delle opere nostre. Or tu devi sapere che io mi trovo in te nascosto col dolore nel Cuore, come mi trovavo negli ultimi anni, quando la mia Umanità viveva quaggiù sulla terra ed io, Verbo del Padre, ero nascosto in Essa. Dopo tanti sacrifici, dopo tanto mio dire ed esempi dati, guardavo la terra, guardavo i popoli ed anche quelli che mi circondavano, senza gli effetti della mia venuta sulla terra, i frutti, i beni della mia venuta sulla terra scarseggiavano tanto, che il mio Cuore era torturato nel sentirmi respingere i tanti beni che volevo dare agli uomini ed aumentava il mio dolore, nel vedere che avendo compiuto nella mia Umanità ciò che dovevo fare per redimerli, stavo per ripartire per il Cielo. Com'è doloroso voler far del bene anche a costo della propria vita e non trovare a chi dare questi beni. Ora così mi trovo in te, guardo i miei ed i tuoi sacrifici, guardo l'ordine che ho tenuto, le tante lezioni che ti ho dato, sufficienti a far conoscere la mia Divina Volontà per formare il suo regno e se non finisco di dire è perché la sua storia è eterna e ciò che è eterno ha il suo dire eterno che non finisce mai perché il dire sul mio Fiat si eternerà nel Cielo. Guardo quelli che ti circondano e che sanno ciò che riguarda il mio Volere senza vero interesse di far conoscere un tanto bene, guardo la tua stessa umanità che mi serve come cattedra da dove impartisco le mie lezioni e tu stessa non puoi negare che mi senti in te sensibilmente muovere, parlare, soffrire e che sto proprio in te per formare il mio regno e farlo conoscere; e mentre ti guardo vedo che neppure la tua umanità deve stare a lungo sulla terra ed il mio Cuore sente le strette del dolore perché neppure è conosciuto il gran bene che vuol fare la mia Divina Volontà, le sue conoscenze che con tanta tenerezza d'amore ti ho fatto scrivere sono come sepolte e, mentre vogliono dar vita, felicità, luce, restano come carcerate tra me e te e nelle carte. Perciò figlia mia, compatisci il mio dolore, adora le mie disposizioni nel tenerti ancora sulla terra; lo so che ti è molto duro ed io ti compatisco e mentre ci compatiremo a vicenda, facciamo quanto è a noi possibile per far conoscere la mia Divina Volontà."
Dopo di ciò stavo facendo i miei atti nel Voler Divino ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, il mio Fiat ha il suo atto primo nella nostra Divinità, il suo atto primo nella Creazione, nella Redenzione ed in tutte le cose e perciò ha il giusto diritto di dominare tutto e di coinvolgere tutti e di essere la prima ruota, che movendosi, muove tutto intorno a sé e tutto le gira intorno. Sicché chi prende la mia Volontà come vita, prende tutto e come la prima ruota si muove, così tutte le cose si danno all'anima, tanto che non ha bisogno di chiedere, tutte come girano intorno al mio Volere, si danno a lei. Perciò la cosa più necessaria è prendere la mia Divina Volontà e se la creatura fa tutto ciò, fa tutto e prende tutto, tutto è suo. Succede come ad una macchina, se si muove la prima ruota del centro di essa, tutte le ruote secondarie girano, ma se non si muove la prima ruota, tutte restano ferme e non vi è potenza o artefice che abbia virtù di muovere le ruote secondarie, ma se si muove la prima, da per se stesse le altre girano e fanno i loro uffici. Perciò l'attenzione e l'arte, dev'essere per la prima ruota, tutto il resto viene da sé. Tale è la mia Volontà, chi la possiede non ha bisogno di nulla."
31 Maggio 1929
Come il vero amore ha bisogno d'uno sfogo. La Creazione fu uno sfogo d'amore come pure la Redenzione ed il Fiat Divino. Che significa uno sfogo divino.
Mentre scrivevo pensavo tra me: quanti sacrifici per scrivere, quante notti di veglia, quanto tempo impiegato, solo Gesù è stato testimone e, avendo compassione di me, mi ha sorretta, mi ha aiutata, mi ha imboccato i vocaboli e molte volte mi ha fatto da dettatore, ma quale sarà l'utilità di tante premure di Gesù per farmi scrivere? E di tante mie lotte interne per vergare sulla carta ciò che Gesù mi ha fatto sentire dentro di me? Quale utilità dopo tanti sacrifici sostenuti? Chi si prenderà la briga di leggerli, di farli conoscere, affinché portino il bene di tante verità sulla Divina Volontà in mezzo alle creature? Credo nessuno e tutti i sacrifici rimarranno nelle carte. Del resto, se ho scritto, l’ho fatto solo per timore di dispiacere Gesù e solo e sempre per ubbidire. Onde con questi pensieri seguitavo a scrivere, quindi dopo aver finito mi son messa a pregare ed il mio dolce Gesù è uscito dal mio interno e, stringendomi fra le sue braccia, mi ha detto:
"Figlia mia, l'amore vero ha bisogno d'uno sfogo, io non potevo contenere più in me questo sfogo intenso di far conoscere la mia Volontà, le sue conoscenze, il suo valore immenso e come vuol formare il suo regno sulla terra. Il mio Cuore si trova nella foga della fiamme, perché voglio dare questa sorpresa alle umane generazioni, il regno della mia Divina Volontà sulla terra; sorpresa da loro non aspettata. Ed il mio amore contenuto gemeva, delirava ed era divorato da fiamme inestinguibili, perché voleva far conoscere che voleva dare alla creatura questo gran bene, bene che sorpassa tutti gli altri beni, qual è il regno del mio Fiat Divino; diedi questo gran bene al principio della Creazione, perché dalla nostra Divinità non escono mai beni ed opere incomplete, ma ci fu respinto dall'uomo e noi avemmo il dolore di sentire respingere la vita, la sostanza, i beni e la parte più essenziale della Creazione e l'uomo rese per sé tutte le opere nostre incomplete e non si è dato mai pensiero di riacquistare ciò che ci respinse. Ma mentre lui non ci pensava, noi ci pensavamo e questo formava il nostro martirio d'amore, martirio che ci è durato circa seimila anni, martirio segreto che accresceva le nostre fiamme le quali ci divoravano, per cui, non potendo più contenerle, ho voluto venire da te e rompere il segreto, perché sentivo il bisogno di farti uno sfogo d'amore e dirti: voglio dare ciò che l'uomo mi respinse, voglio che il mio Volere regni sulla terra; e per farlo venire a regnare dovrei fartelo conoscere, quindi la necessità di manifestarti tante sue conoscenze. Onde se nessun bene ed utile porteranno i tuoi sacrifici di scrivere, ciò che non sarà, erano necessari al mio amore e sono serviti a formare il mio sfogo ed ad alleggerirmi dalle fiamme che mi divoravano. Sicché ogni conoscenza sul mio Fiat Divino era uno sfogo d'amore contenuto che ti facevo, era una nuova Creazione che io mettevo fuori, era un legare la Divina Volontà all'umana, per riordinarla di nuovo secondo l'ordine da noi creato. Era vita che usciva da me, sostanza e parte essenziale per poter formare il regno della mia Divina Volontà sulla terra. Se tu sapessi che significa uno sfogo divino! Sfogo d'amore fu la Creazione ed oh, quanti beni non uscirono da questo sfogo! Cieli, stelle, Soli, mari, terra fiorita e poi l'uomo formato con tale arte che Cieli e terra stupirono di fronte al modo in cui fu formato l'uomo. Questo sfogo sarebbe continuato e cose più belle sarebbero uscite da noi, ma l'uomo, col respingerci la nostra Volontà Divina, ci chiuse questo sfogo ed arrestò le opere nostre e per ben quattromila anni il nostro sfogo non ebbe più uscita, ma il nostro amore sentiva il bisogno di sfogare, voleva i suoi diritti, voleva mettere fuori le sue fiamme vitali ed erompendo il suo lungo sfogo creò la Vergine Santissima, alla quale seguì l'incarnazione del Verbo, quante meraviglie in questo secondo sfogo, quale utilità, quanti beni non hanno ricevuto le creature! Ma questo nostro sfogo restò a metà ed il nostro amore dovette contentarsi di aspettare altri duemila anni per poter rompere di nuovo il suo sfogo e mettere fuori tutti i suoi segreti, le meraviglie più intime della nostra Divinità, i doni più grandi che ci vogliono per fare regnare la nostra Volontà Divina in mezzo alle creature. Se tu sapessi che significa uno sfogo divino! Come nella Creazione il nostro sfogo fece opere grandi, magnanime ed è utile e continua la sua vita, come lo sfogo della Redenzione porterà i suoi mirabili effetti e la vita redentrice alle umane generazioni, così questo sfogo di far conoscere che il mio Fiat Divino vuol formare il suo regno e tutto ciò che hai scritto sulle sue conoscenze, avranno la vita in mezzo alle creature. Perciò per ora lasciami sfogare ed io penserò a come rendere utile ciò che ti ho manifestato."
4 Giugno 1929
Come l'anima va facendo la Divina Volontà così Questa si dilata e cresce la vita divina nell'anima e l'anima cresce nel seno del suo Celeste Padre. Come chi vive in Essa fa l'appello a tutta la Creazione. Se l’uomo esce dalla Divina Volontà, succede che mentre lui esce i suoi atti restano
Il mio abbandono nel Fiat continua, sento in me un tale bisogno di vivere in Esso, che mi è diventato più necessario della mia stessa natura, anzi sento la mia natura cambiata in Volontà di Dio, me la sento in Essa sperduta ed in tutte le cose invece di trovare me stessa, trovo quel Fiat che mi dice: Io sono la tua vita, corri, corri sempre in me, nel mare della mia luce per vivere degli atti miei, della mia santità, della mia felicità e di tutti i beni che posseggo. Ma mentre valicavo il mare del Fiat Divino, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, come l'anima va operando nel mio Voler Divino, così Esso si dilata di più nella creatura, in modo che ogni atto in più fatto in Esso, tanta crescita di più fa in lei. Sicché si vede crescere in modo mirabile la vita divina nella creatura. Ma non è tutto, come cresce la vita divina nella creatura, così, quanti più atti fa nel mio Fiat Divino, tanto più cresce la creatura nel seno del suo Celeste Padre. L'Ente Supremo apre il suo seno e chiude questa felice creatura per crescerla a modo divino, per vestirla con vesti regali, per imboccarle il cibo con le sue mani, per abbellirla di rara bellezza. Tutti gli abitanti del Cielo restano sorpresi, rapiti, nel vedere che il loro Creatore cresce nel suo seno una creatura e dicono fra loro: qualcosa di grande farà di lei, l'ama tanto e la custodisce tanto che la cresce nel suo seno Paterno; e tutti aspettano la piena crescita di questa creatura, per vedere ciò che ne sarà di lei. Perciò il prodigio di vivere del mio Volere è singolare. Esso comunica tale potenza a chi vive in Esso, che entra ovunque e Dio stesso ama e vuole crescerla nel suo seno Divino. Oltre a ciò è tale e tanta la potenzialità e la diffusione dell'atto fatto nella mia Divina Volontà, che dovunque si diffonda si stende nel Cielo e chiama, come facendo l'appello, le stelle, si stende nel Sole e chiama la luce, investe l'aria, il vento, il mare e chiama gli uccelli, la forza del vento, le acque ed i pesci e, mettendoli tutti in ordine, dice a tutti col suo atto: inchinatevi ed adoriamo con doppio omaggio il nostro Creatore; quel Fiat che ci creò sta nel mio atto ed io voglio creare con Esso nuovo amore, nuova adorazione e gloria al nostro Creatore. E non solo si stende in tutte le cose create, ma si stende negli atti della Vergine, in tutti gli atti che Io feci sulla terra, negli atti del suo Creatore, in quelli di tutti i santi e dal primo all'ultimo, fa l'appello di tutti e fa scorrere dentro la nuova vita d'amore, d'adorazione, di gloria a Colui che l'ha creata. Si può dire che dovunque c'è la mia Divina Volontà si stende l'atto della creatura fatto nella mia, persino nell'inferno sentono la potenza di una creatura che opera nel mio Fiat Divino, perché come tutto il Cielo sente la nuova felicità, la gloria ed il nuovo amore dell'atto della creatura fatto nel mio Volere, così l'inferno sente il nuovo tormento di quella Volontà Divina che i suoi abitanti respinsero e che mentre sta con loro con giustizia, sta per tormentarli per cui ogni volta che la creatura opera in Essa, sentono il peso della giustizia più grave sopra di loro e si sentono bruciare di più. Come niente sfugge al mio Fiat Divino, così niente sfugge a chi opera in Esso ed ogniqualvolta ripete i suoi atti, tante volte fa l'appello, per essere sicura che nessuno manchi nell'atto suo di dare la nuova gloria, adorazione ed amore a quel Dio tre volte santo ed a quella Volontà Divina che con tanto amore le fa il posto per farla vivere in Essa e la fa distendere nella sua interminabilità."
Dopo di ciò stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino ed andavo raccogliendo tutte le cose create, tutti gli atti delle creature per formare un atto solo nell'unità di Esso ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, solo la mia Divina Volontà possiede l'atto unico e nella sua unità abbraccia tutto, fa tutto, dà vita a tutto, ma mentre fa un solo atto, quest'atto ha la sorgente di tutti gli atti insieme e mentre sono effetti dell'unico atto, si spargono in tutto il creato e scendono a bene delle creature come atti reali, mentre nell'unità dell'atto solo del Fiat Divino è sempre un solo atto, tanto che mai distacca da sé un solo effetto né lo può distaccare, perché tutti gli effetti formano l'unità del suo solo atto. Succede come al Sole, una è la luce, uno è l'atto di luce che continuamente manda alla terra, ma quest'unica luce come tocca la terra, così gli effetti sono innumerevoli e reali, tanto è vero che come la luce tocca la terra si vedono gli effetti cambiati in atti, in modo che si vede la varietà dei colori ai fiori, la diversità delle dolcezze ai frutti e tante altre cose, forse il Sole perde uno solo dei tanti effetti che come atti reali comunica alla terra? Ah no, geloso li conserva nel suo solo atto di luce, molto più che la forza, la pienezza ed il solo suo atto di luce è formato di tutti gli effetti che esso possiede. Sicché il Sole, simbolo della mia Volontà Divina, possiede innumerevoli effetti, li dà come atti reali alla terra senza perderne nessuno e fa sempre un atto solo. Se fa ciò il Sole, creato da noi, molto più fa la mia Divina Volontà. Ora, figlia mia, l'uomo col fare la sua volontà uscì dall'unità della mia e tutti gli atti suoi perdettero la forza dell'unità e rimasero sparsi, uno ad un punto, uno ad un altro e divisi fra loro. Questi atti umani non avendo unità, non hanno sorgenti di effetti né pienezza di luce e perciò sono simboli di quelle piante e di quei fiori che crescono senza sole e siccome sono sparsi e divisi tra loro, non hanno forza duratura e crescono miseri e scoloriti. Sicché l'uomo, col fare la sua volontà, perde l'unità con la mia, perde la sorgente della vita, perde la pienezza della luce. Ora chi vive nel mio Volere Divino, va raccogliendo tutti i beni sparsi dalle creature e vi forma un solo atto e questi atti divengono diritto di chi fa e vive nel mio Fiat Divino. Non vi è bene che non possa prendere chi vive nel mio Volere, con la forza bilocatrice di Esso chiama, raccoglie ed unisce tutti gli atti insieme e, ordinandoli tutti nel mio Fiat, mi dà tutto e Io le do tutto."
Dopo di ciò stavo seguendo i miei atti nel Voler Supremo e mille pensieri si affollavano nella mia mente sulle tante sue meraviglie, ma per non fare lungherie sulla carta dico solo quello che mi ha detto Gesù:
"Figlia mia, ciò che si fa nella mia Divina Volontà resta sperduto in Essa e come sono inseparabili la luce ed il calore e se si estingue la luce resta estinto il calore e se si dà vita alla luce, di sua natura la luce fa sorgere insieme la vita del calore, così gli atti della creatura fatti in Essa sono inseparabili dal mio Volere, molto più che non è soggetta ad estinguersi, perché è luce eterna ed immensa. Perciò quando Adamo peccò, uscì dalla mia Volontà, ma gli atti suoi restarono in Essa, lui potette distaccarsi dai suoi stessi atti, ma gli atti suoi fatti nel mio Volere né potettero uscire, né potettero distaccarsi, perché già avevano formato la loro vita di luce e di calore in Essa. Ciò che entra nella mia Volontà, perde la vita in Essa, forma la stessa vita, perde i diritti di uscire ed il mio Volere dice: questi atti sono stati fatti in casa mia, nella mia luce, i diritti sono i miei e non c'è forza né umana né divina, che possa fare uscire e separare un atto fatto dalla creatura nella mia Volontà. Ecco perciò che gli atti di Adamo fatti in Essa prima di peccare, stanno come atto primo da cui dipendono la Creazione e gli atti delle umane generazioni. Ora supponi che tu esca dalla mia Volontà, tu esci e resti fuori, ma i tuoi atti non escono, né hanno diritto di uscire, né lo possono e fino a tanto che tu resti nel mio Volere, i tuoi atti sono i miei e sono i tuoi, ma se tu uscissi perderesti i diritti e siccome sono stati fatti nel regno della mia Divina Volontà e non nell'umano volere, resterebbero diritti miei, anche se si vedrebbero e sarebbero conosciuti come fatti da te. Ora tu devi sapere che tutto ciò che fai nel mio Fiat servirà come atto primo alle altre creature per vivere nel regno di Essa, come ordine, regime e vita, di quelli che vivranno nel regno del mio Fiat; perciò ti raccomando tanto nel girare in Esso, ti vigilo, ti accompagno, molte volte lo faccio insieme con te, perché non solo i tuoi atti servono per te ma devono servire come atti primi e come modelli di chi deve vivere nel regno del mio Fiat Divino."
9 Giugno 1929
Inseparabilità di chi vive nella Divina Volontà. Esempio del respiro; come il Sole padroneggia tutto, va in cerca di tutto, tal è la Divina Volontà. Gara tra l'uno e l'altra.
Il mio abbandono nel Fiat Divino è continuo e la sua luce eclissa tanto la mia piccola intelligenza, che non so fare altro che pensare ora ad una verità, ora ad un'altra della Divina Volontà e, quanto più la penso, tanto più bella e maestosa si fa innanzi a me e con un amore indicibile, più che una tenera madre, apre il suo seno di luce e mette fuori un pasto di luce per chiuderlo nella sua piccola figlia. Ora mentre mi trovavo in questo stato, il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, come un respiro è vita dell'altro che segue, tanto, che mentre un respiro fa per uscire, questo senza essere emesso tutto, chiama l'altro respiro, sicché si può dire che il respiro ha la sua vita e dà vita alla creatura, perché è continuo, i respiri sono talmente uniti e stretti fra loro che sono inseparabili, come pure succede per il palpito del cuore, un palpito chiama la vita all'altro palpito ed il palpito continuo forma la vita, tanto che se cessano il respiro ed il palpito, la vita non esiste più. Tale è l'anima che fa e vive nella mia Divina Volontà, è tale e tanta l'immedesimazione, la sua strettezza con Essa, che è più stretta di quanto non lo sono i respiri ed i palpiti tra loro. Perciò gli atti fatti nel mio Fiat Divino sono come tanti respiri o palpiti che la creatura fa in Dio, in modo che diventa il respiro divino ed il mio Fiat forma il respiro di lei. Quindi è come se ci scambiassimo vita a vicenda, per formarne una sola. Perciò gli atti fatti nella nostra Divina Volontà sono inseparabili da noi e sentiamo il contento di respirare l'opera nostra e di sentire nostra l'opera uscita da noi e di farla vivere in casa nostra e tanto stretta con noi da respirare il suo stesso respiro."
Onde continuavo a fare i miei atti nel Fiat adorabile ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, come il Sole dall'alto della sua sfera, stende la sua gran ruota di luce ed abbraccia la terra, dandole la vita dei suoi effetti di luce, per farla germogliare, dà il bacio di vita della sua luce a ciascuna pianta, a ciascun fiore, a ciascun albero, per suggellare su ciascuna pianta, a chi la vita del profumo, a chi il colore, a chi la dolcezza, a tutti vuol dare il suo abbraccio e bacio di vita, non si nega a nessuno, non rigetta qualunque sia la cosa, anche il più piccolo filo d'erba, anzi la luce stessa, volendo fare da regina che si vuole sviscerare, va in cerca di tutti, vuol riconoscere tutto per formare in tutte le cose la vita che a ciascuna pianta ci vuole; non si sentirebbe regina, né avrebbe diritto d'essere regina, se la sua luce non desse la sua vita a tutto. Tanto che nella sua gran ruota di luce, racchiude tutto e pare che tutti lambiscano dalla luce del sole la vita, la bellezza, la varietà dei colori, la crescita, né vi passa il mare, i fiumi, i monti per formarvi le sue tinte argentine e l'orizzonte d'oro e d'argento nel fondo di esse. Oh! come il Sole con la sua luce padroneggia tutto, ma non per opprimere, né per fare male a nessuno, ma per vivificare, per abbellire e per darsi vita di tutto. Pare che nel suo muto silenzio dica a tutti: quanto vi amo, il mio amore è esteso, quanto è estesa la mia gran ruota di luce, il mio amore per la terra è sostanzioso e pieno di vita, né mai mi cambio, dall'altezza della mia sfera, sono sempre al mio posto per abbracciarla, amarla e darle vita. Quindi la terra vive nella gran ruota della sua luce e ciascuna cosa ha la bocca aperta per ricevere la vita degli effetti della luce del sole. Oh se mai sia, il Sole si potesse ritirare dalla terra, o la terra si potesse opporre a ricevere i doni e la vita della luce del Sole! Non ci sarebbe giorno, ma notte perenne e la terra rimarrebbe senza vita, senza calore, il dolce non esisterebbe più; che squallida miseria, che cambiamento funesto, che terrore diventerebbe la terra! Tale è la mia Divina Volontà, più che Sole per le creature, nella sua gran ruota interminabile di luce, va in cerca di tutti, per farsi riconoscere e formare, in ciascuna creatura, la sua vita di bellezza, di santità, di luce e di dolcezza infinita; vuole distruggere in esse tutte le amarezze, le bruttezze, le miserie e soffiandole col suo bacio di vita, vuole trasmutarle in buono, in bello, in santo. Ma ahimè! Mentre il sole, creato dal mio Fiat, fa tanti prodigi alla terra e con la maestà tutta sua, vi stende il suo manto di luce, di bellezza e ad ogni suo tocco dà la vita che possiede a ciascuna cosa, il mio Fiat resta col dolore di non poter comunicare i beni che possiede e la sua vita divina nelle anime, perché esse si oppongono a riceverla e non vogliono lambire la luce del mio Volere e perciò si trovano come la terra se si potesse opporre a ricevere la luce del Sole, in piena notte, squallide, deboli e molte fanno terrore a guardarle. La mia Divina Volontà è pregna di tante vite divine, di tante bellezze e di tanti beni che vuol dare, si vorrebbe sviscerare per chiudere nel suo seno di luce le creature e farne di ciascuna un prodigio di santità, di bellezza, distinte l'una dall'altra, per formare il suo Cielo in terra, ma la volontà umana si oppone ed il mio Fiat sente l'intenso dolore, più che madre quando non può dare alla luce il suo parto. Ecco perciò figlia mia, la mia Volontà Divina vuol farsi conoscere, vuole formare il suo regno, perché questi suoi figli vivranno volontariamente nella sua e della sua luce, staranno con le bocche aperte a ricevere i suoi baci, i suoi abbracci ed i suoi effetti, per formare la sua vita divina in loro, allora sì, si vedranno i prodigi che sa fare e può fare il mio Volere, tutto si cambierà e la terra diventerà Cielo. Ed allora il Sole che sta sotto la volta del Cielo ed il Sole del mio eterno Volere si daranno la mano, anzi si metteranno a gara a chi più potrà fare prodigi, il Sole alla terra e la mia Volontà alle anime; ma la mia sfoggerà di più, tanto da formare un nuovo incanto di prodigiose bellezze mai viste a tutto il Cielo ed a tutta la terra."
14 Giugno 1929
Conti con Gesù. L'anima banco della Divina Volontà. Ricordi indimenticabili. L'Eden.
Stavo seguendo il mio giro nel Fiat Supremo e la mia piccola mente, giunta nell'Eden, stava dicendo: Maestà Adorabile, vengo innanzi a Te, per portarti il mio tenue interesse del mio “ti amo, ti adoro, ti glorifico, ti ringrazio, ti benedico”, per darti il mio piccolo interesse perché mi hai dato un Cielo, un Sole, un'aria, un mare, una terra fiorita e tutto ciò che hai creato per me. Tu mi dicesti che ogni giorno vuoi fare i conti con me e ricevere questo mio tenue interesse per stare sempre d'accordo e tenere al sicuro nel piccolo banco dell'anima mia tutta la Creazione datami da Te come piccola figlia del tuo Volere. Ma mentre facevo ciò, il pensiero mi ha detto: ma come puoi tu soddisfare ad un interesse così grande? E poi, quale granché è un tuo “ti amo, ti adoro, ti ringrazio?” Ma mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, questo fu un accordo tra me e te, che io avrei messo nel banco dell'anima tua tutta la Creazione e tu avresti dovuto darmi l'interesse di riempirla col tuo “ti amo, ti adoro, ti ringrazio” e siccome ti vidi impacciata per un capitale così grande, temendo, volevi respingermi il gran dono, Io per incoraggiarti a riceverlo ti dissi: mi contento d'un tenue interesse, faremo i conti tutti i giorni qui nell'Eden, così staremo d'accordo e sempre in pace e tu non starai in pensiero che il tuo Gesù ha messo nel banco tuo un capitale sì grande. E poi non sai tu il valore d'un “ti amo” nella mia Divina Volontà? Essa riempie il Cielo, il Sole, il mare, il vento, dovunque stende la sua vita, onde come tu dici il tuo “ti amo, ti adoro” e tutto il resto che puoi dire, il mio Fiat stende il tuo “ti amo” nel Cielo ed il tuo “ti amo” si fa più esteso del Cielo, il tuo “ti adoro” si stende nel Sole e si fa più largo e più lungo della sua luce, il tuo “ti glorifico” si stende nel vento e gira per l'aria, per tutta la terra ed i suoi gemiti, le ondate di vento ora carezzevole ed ora impetuose dicono “ti glorifico”, il tuo “ti ringrazio” si stende nel mare e le gocce dell'acqua ed i guizzi dei pesci dicono “ti ringrazio” ed Io vedo il Cielo, le stelle, il Sole, il mare, il vento, riempiti del tuo “ti amo”, delle tue adorazioni e simili e dico: come son contento di aver messo tutto nel banco della piccola figlia del mio Volere, perché lei mi paga l'interesse da me voluto e siccome vive in Essa, mi dà un interesse divino ed equivalente, perché il mio Fiat estende i suoi piccoli atti e li rende più estesi di tutta la Creazione. Ed io quando ti vedo venire nell'Eden, per darmi il tuo tenue interesse, ti guardo e vedo in te la mia Divina Volontà raddoppiata, una in te e l'altra in me, mentre è una e mi vedo pagare l'interesse dalla mia stessa Volontà. Ed io ne resto soddisfatto ed oh come son contento nel vedere che il mio Fiat ha dato virtù alla creatura di farsi raddoppiare, per farla soddisfare al suo Creatore! Figlia mia, quante cose indimenticabili ci sono in questo Eden! Qui il nostro Fiat creò l'uomo e sfoggiò tanto in amore, che a torrente si riversò su di lui, tanto che sentiamo ancora il dolce mormorio con cui ci riversavamo sopra di lui, qui cominciò la vita del nostro Fiat nella creatura ed il dolce e caro ricordo degli atti del primo uomo fatti in Essa, questi atti esistono tuttora nel nostro Volere e sono come pegni, perché lui rinasca per riavere il regno del nostro Fiat. In questo Eden c'è il doloroso ricordo della caduta dell'uomo, l'uscita che fece dal nostro regno, sentiamo ancora i passi di quando uscì dal nostro Fiat Divino e siccome questo Eden era stato dato a lui, perché vivesse nel Fiat, perciò fummo costretti a metterlo fuori ed avemmo il dolore di vedere l'opera a noi più cara, senza regno suo, ramingo e dolorante, l'unico nostro sollievo furono i pegni degli atti suoi rimasti nel nostro Volere, questi atti chiamavano i diritti dell'umanità a rientrare lì donde era uscito. Ecco perciò ti aspetto nell'Eden per ricevere il tuo tenue interesse per rinnovare ciò che facemmo nella Creazione e ricevere il ricambio d'un tanto amore, non compreso dalle creature e per trovare un amoroso pretesto di dare il regno della nostra Divina Volontà. Perciò voglio che sia anche a te caro questo Eden, affinché ci preghi, ci pressi che ritorni il principio della Creazione, la vita del nostro Fiat, in mezzo all'umana famiglia."
19 Giugno 1929
La Divina Volontà e la vita operante di Essa nella creatura. Differenza fra chi vive e chi non vive nel Fiat Divino.
La mia povera mente si perdeva nel Fiat Divino, sentivo il dolce incanto della sua luce rapitrice e pensavo tra me: ma che cosa è questa Divina Volontà nella povera anima mia? Ed il mio amato Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, qual fortuna la tua, vivere sotto il dolce incanto del mio Volere Divino! Non sai tu che Essa quando prende possesso della creatura vi forma la sua vita operante, in modo che come opera in se stessa, così opera in chi regna? S'impone su tutto, si stende con la sua luce nella piccolezza della creatura, forma il suo dolce incanto all'umana volontà per essere più libera di formare la sua vita e siccome la vita Divina del mio Fiat è composta di atti ripetuti, mai interrotti, non è soggetta a fermarsi, ecco perciò senti in te un atto che non finisce mai, una luce che mai si spegne, un amore che sempre arde. Non è così per chi non vive nel mio Volere, essi sentono la vita Divina interrotta nel loro interno, i loro atti spezzati, ora si sentono in un modo ed ora in un altro, la loro volontà non è investita da una luce continuata che dolcemente la pasce e l'incanta e che sentendo il dolce del mio Volere, non si dà alcun pensiero di uscire in campo per operare umanamente; e se sentono luce, è ad intervallo. Simbolo di chi vive nella mia Divina Volontà è colui che può stare sempre sotto il Sole, la cui luce non finisce mai, né ha bisogno d'essere alimentata per non spegnersi. Sicché se un uomo potesse vivere sotto il Sole, si sentirebbe piovere sempre luce e siccome la luce contiene mirabili effetti, si pascerebbe di dolcezze, di profumi, di varietà di colori, di luci in modo da sentirsi formare in se stesso la vita del Sole. Invece per chi non vive nel mio Volere, anche se non è cattivo, è simbolo di chi vive sotto la luce del basso mondo, la quale non ha virtù né forza di formare un dolce incanto di luce da eclissarla tanto, da non poter guardare altro che luce, é soggetta a spegnersi molto spesso, perché non possiede in natura la virtù alimentatrice continuata e se non si alimenta, la sua luce finisce e siccome una luce formata dalla creatura non possiede né dolcezza, né colori, né profumi, non può sentirsi formare in sé la vita di quella luce. Oh quale gran differenza fra chi vive nel mio Volere Divino e chi vive fuori di Esso."
Sia tutto a gloria di Dio ed a bene della povera anima mia...
27 Giugno 1929
Regalo a San Luigi. Com'era necessario che Gesù intrecciasse Luisa nelle manifestazioni sulla Divina Volontà. Trasmissione d'umano e Divino. Diritti divini che acquista la creatura.
Avendo fatto la Santa Comunione, la stava offrendo a Gloria di San Luigi ed offrivo per regalo a lui stesso tutto ciò che aveva fatto Nostro Signore nella sua Divina Volontà, con la sua mente, con le sue parole, opere e passi, a gloria accidentale di San Luigi nel giorno della sua festa. Ora mentre facevo ciò, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, regalo più bello non potevi fare nel giorno della festa del caro San Luigi, come tu offrivi la tua Comunione e tutti gli atti miei fatti nella mia Divina Volontà, si formavano tanti soli per quanti atti io feci in Essa, stando sulla terra… e questi soli hanno investito San Luigi, in modo che ha ricevuto tal gloria accidentale dalla terra, che più non poteva riceverne. Le sole offerte degli atti fatti nella mia Divina Volontà hanno virtù di diventare Soli, perché contenendo pienezza di luce, non è meraviglia che converta gli atti umani fatti in Essa in Soli."
Dopo di ciò, stavo pensando fra me: come mai, in tutte le cose che il benedetto Gesù mi ha detto sulla sua Divina Volontà, è sempre intrecciata la mia povera persona? Di rado, qualche volta ha parlato solo del suo Fiat Supremo. Ma mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù è uscito dal mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, era necessario che intrecciassi la tua persona nelle manifestazioni che ti ho fatto sul mio Fiat Divino, primo, perché tutte le manifestazioni che ti facevo erano vincoli che facevo tra te e la mia Divina Volontà, erano doni e proprietà che ti affidavo, dotando te veniva vincolata l'umana famiglia al nuovo acquisto del regno di Essa. Se non avessi intrecciato te in mezzo, non sarebbero stati né vincoli, né doni quelli che io facevo, ma semplici notizie e perciò, per farti una manifestazione sulla mia Divina Volontà, aspettavo un tuo atto, una tua piccola pena ed anche un solo tuo “ti amo”, per prendere occasione per parlarti, volevo del tuo per darti del mio e poterti dare il gran dono del mio Divin Volere. E poi, tutte le opere nostre esterne, sono una trasmissione di divino e di umano. Nella stessa Creazione c'è una trasmissione continua; il nostro Fiat creò il Cielo, lo tempestò di stelle, ma chiamò a vita la materia per farlo, creò il Sole, ma chiamò a vita la luce ed il calore, come materia per formarlo, creò l'uomo, prima formò la sua statua di terra, infuse l'anima in lui e poi creò la vita del mio amore su quest'anima e poi si trasmise la mia Divina Volontà alla sua, per formare il suo regno nella creatura, non c'è cosa da noi uscita e creata, in cui non ci sia questa trasmissione d'umano e di divino; nelle nostre opere più belle: la Creazione, l'Immacolata Regina, il Verbo Umanato, sono talmente vincolati l'umano e il Divino, che sono inseparabili. E perciò i Cieli sono pregni di Dio, e narrano la mia gloria, la potenza e sapienza nostra. La Vergine fu la portatrice della mia Umanità, il Verbo incarnato. Ora volendo far conoscere la mia Divina Volontà, dopo la prima trasmissione che feci nell'Eden e che mi fu respinta, per poter uscire di nuovo in campo il regno del mio Fiat Divino, mi era necessario formare la seconda trasmissione e come avrei potuto farla se non avessi intrecciato un'altra creatura con vincoli quasi inseparabili nelle conoscenze, nella luce e nella stessa Vita dell'Eterno mio Volere? E se non ti avessi intrecciata in Essa, trasmettendo te in Essa ed Essa in te, non avresti sentito in te né la sua vita, né la sua luce permanente, né avresti sentita in te la necessità d'amarla e le brame di conoscerla maggiormente. Ecco perciò, mettevo te e me in condizione tu di darmi ed io a darti ed in quel dare reciproco, formavo la conoscenza che volevo farti e, col renderti conquistatrice del gran bene che ti facevo, veniva realizzata la trasmissione della mia Volontà Divina con la tua.”
Onde continuo il mio abbandono nel Fiat Divino e, per quanto mi affretti a valicarlo tutto, non ci riesco mai, anzi vedo che mi rimane tanto da camminare nel suo mare di luce, tanto che neppure posso scorgere dove finiscono i suoi confini interminabili. Sicché per quanto mi affretti, il mio cammino non finirà mai, avrò sempre da fare e da camminare nel mare dell'Eterno Volere. Quindi il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, quanto è grande il mare del mio Volere, Esso non ha principio né fine, perciò la piccolezza della creatura non può né valicarlo, né abbracciarlo tutto; ma chi vive in Esso si trova in via nel centro del mare, tanto che non le sarà mai dato di uscire dal suo centro, perché non troverà mai né lido, né confine di Esso. Anzi avanti e dietro, a destra ed a sinistra, non troverà che mare di Volontà Divina e per ogni atto che emetterà in Essa le verrà ridato un diritto divino, perché essendo stato fatto il suo atto dentro ed insieme col mio Voler Divino, Esso con giustizia divina, comunicherà all'anima il diritto della luce divina, il diritto della sua santità, il diritto della sua bellezza, della sua bontà, del suo amore. Lei vive nel mare del mio Volere con diritto, non da estranea ma da padrona, perché ha gli atti suoi cambiati in diritti divini, che l'hanno resa conquistatrice della mia Divina Volontà. E se tu sapessi quanto godiamo, come ci sentiamo felici nel vedere la piccolezza della creatura vivere nel mare del nostro Volere non da estranea ma da padrona, non da serva ma da regina, non da povera ma ricchissima e ricca dalle nostre conquiste che ha fatto nel nostro Fiat. Perciò chi vive nel nostro Voler Divino sentirà in sé con diritto il dominio della luce, il dominio della santità, il dominio della bellezza e di farsi bella come vuole, ha la bontà a sua disposizione, l'amore come sostanza degli atti suoi, la mia Volontà Divina come vita propria e tutta sua e tutto ciò con diritto divino dato da noi stessi. Perciò sii attenta nel moltiplicare i tuoi atti nel nostro adorabile Fiat!..."
8 Luglio 1929
Fiori che sboccia la Divina Volontà. Mormorio d'amore continuo, amore delirante e dolorante. Chi fa la Divina Volontà forma il mare di refrigerio all'amore divino.
La mia piccolezza si sperde e resta soffocata nel mare del dolore della privazione del mio amato Gesù; e, sentendomi sofferente più del solito, sospiravo che la mia natura si disfacesse, per uscirmene dal mio carcere e prendere il volo verso la mia Patria Celeste. Avrei voluto nel suo Santissimo Volere girare ovunque e muovere Cielo e terra affinché tutti insieme con me, avessero un grido, una lacrima, un sospiro, per questa povera esiliata, affinché tutti chiedessero la fine del mio esilio. Ma mentre mi sfogavo nelle mie amarezze, il mio amabile Gesù è uscito dal mio interno e, dandomi un bacio e stringendomi fra le sue braccia, mi ha detto:
"Figlia mia, calmati, son qui in te, ma mentre sono con te, lascio il campo libero del lavoro alla mia Divina Volontà e siccome ha il suo atto primo in te, ne avviene che avverti ciò che Essa fa in te, il suo lavorio ed io che sto dentro di Essa, non senti che già sono insieme nel suo lavoro, perché sono inseparabile dalla mia Divina Volontà e ciò che fa Essa faccio io? Ora tu devi sapere che non solo nell'anima tua il mio Divin Volere vuol fare opera sua, campo suo d'azione, dominio assoluto tutto suo, ma anche nella terra del tuo corpo, sulle tue sofferenze spande il suo bacio di luce e di calore, con la sua luce produce il seme, col suo calore lo feconda e forma il germe ed alimentando col continuo calore e luce questo germe, fa sbocciare i fiori di luce con tale varietà di colori, animati sempre dalla luce, perché non sa fare alcuna cosa, né grande, né piccola, in cui non fa correre la sua luce. Questi fiori non sono come quelli della terra, che non hanno luce e sono soggetti a seccarsi, essi hanno vita perenne, perché alimentati dalla luce del mio Fiat ed è tale e tanta la varietà della loro bellezza, che formerà il più bell’ornamento alla terra della tua umanità."
Detto ciò ha fatto silenzio ed io mi sentivo immersa nel mare del Voler Divino ed il mio dolce Gesù ha ripreso a dire:
"Figlia mia, il mare della nostra Divinità mormora sempre, senza mai cessare, ma sai tu che dice nel suo mormorio? Amore! Amore! verso la creatura ed è tanta la foga del nostro amore, che nel nostro mormorio continuo sbocchiamo amore e formiamo tali onde altissime, da poter affogare Cielo, terra e tutte le creature, con tutto l'amore e vedendo che non si fanno riempire tutte del nostro amore, col desiderio di vedere sboccare le creature del nostro amore, si forma in noi l'amore delirante e nel nostro delirio, mettendo da parte l'ingratitudine umana e, mormorando, ripetiamo più forte: amore! Sempre amore a chi disconosce e non prende il nostro amore per farsi amare e darci amore. Ora il nostro amore respinto si atteggia in amore dolorante, ma sai tu chi viene a mettere refrigerio e calma ai nostri deliri amorosi? Chi raddolcisce e fa sorridere il nostro amore dolorante? L'anima che vive nel nostro Volere Divino. Esso forma il suo mare nella creatura, il nostro mare ed il suo si fondono insieme ed uno scorre nell'altro ed oh! com'è dolce il mormorio della creatura nel nostro mormorio, che ripete continuamente, amore! Amore, sempre amore al mio Creatore, alla mia Eterna Vita, a Colui che tanto mi ama. Vedi dunque come chi vive nel nostro Fiat Divino è il nostro refrigerio al nostro amore che ci divora e forma il mare dolce al nostro amore dolente. Oh! prodigio del nostro Volere Divino, che facendo uso del suo potere, forma il suo mare nella creatura e, mettendola a gara con noi, non solo le fa mormorare continuamente amore, ma la eleva tanto che la tuffa nel nostro mare. Quando ci sentiamo affogati, divorati dal nostro amore, tanto che non possiamo contenerlo, e sentiamo necessità d'amore, ci fa sboccare nel mare che il nostro Fiat ha formato nella creatura che vive in Esso, così mette tregua ai nostri deliri amorosi e, refrigerandoci col suo amore, ci raddolcisce; come non amare colei che vive nel nostro Volere?"
14 Luglio 1929
Come la Divina Volontà vuole libertà assoluta per formare la sua vita. Diversi modi d'agire di Gesù in Luisa.
Continua il mio solito abbandono nel Fiat Supremo, sento che non mi dà un momento libero, tutto vuole per sé, in modo imperante, ma dolce e forte insieme, è talmente attraente che l'anima si farebbe mettere lei stessa le sue dolci catene per non opporsi minimamente a ciò che il Divin Volere vuol fare sopra di lei ed in lei. Onde mentre pensavo ciò, il mio amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, non ti meravigliare se la mia Divina Volontà non ti lascia libera in nulla, perché Essa non vuole formare atti semplici ed opere, ma vita e chi deve formare una vita, ha bisogno di atti continui e se cessa l'atto continuo, la vita non può crescere, né formarsi, né avere la sua vera esistenza. Ecco perciò la mia Volontà Divina, volendo formare la sua Vita Divina in te, vuole essere libera, vuole libertà assoluta e col suo atto incessante che possiede in natura, si riversa sulla creatura e stendendosi con le sue ali di luce, più che materne, investe ciascuna fibra del cuore, ciascun palpito, respiro, pensiero, parola, opera e passo, lo riscalda e col suo bacio di luce imprime la sua vita a ciascun atto della creatura e mentre distrugge l'umana, si costituisce Essa stessa vita Divina in lei. E siccome dalla volontà umana non possono uscire che atti tenebrosi, la mia Volontà non vuol fare mescolanza e perciò sta sull'attenti per poter formare la sua Vita tutta di luce in chi liberamente le ha dato libertà di farla regnare. Perciò la sua attitudine è mirabile e tutt’occhi perché nulla le sfugga; e con amore incredibile per vedere formata la sua vita nella creatura, si fa palpito per ogni palpito, respiro per ogni respiro, opera per ogni opera, passo per ogni passo, corre anche sui piccoli nonnulla della creatura, si stende, vi mette la potenza del suo Fiat e vi crea il suo atto vitale. Perciò sii attenta nel ricevere il suo atto continuo, perché si tratta di vita e la vita ha bisogno di respiro, di palpito continuo e di alimento giornaliero. Le opere si fanno e si mettono da parte, non c’è bisogno che si tengano sempre fra le mani per essere opere, ma la vita non si può mettere da parte, se cessa l'atto continuo, muore. Perciò ti necessita l'atto continuo del mio Volere, tu pronta a riceverlo ed Esso a dartelo, per fare che la sua vita in te possa vivere, formarsi e crescere con la sua pienezza Divina. "
Dopo di ciò mi sentivo oppressa nel pensare alla mia povera esistenza, specie nello stato in cui mi trovo. Quanti cambiamenti ho dovuto subire anche da parte di Nostro Signore, ma mentre pensavo ciò ed altro, che non è necessario dire sulla carta, il mio dolce Gesù, facendosi vedere nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, il mio amore per te è stato esuberante e per condurti dove il mio Volere Divino ti voleva, ho dovuto tenere diversi modi d'agire nei periodi della tua vita. Nel primo periodo il mio amore ed il mio agire fu per te tanto tenero, dolce e soave e tanto geloso, che io solo volli fare tutto nell'anima tua, né volli nessun altro, né volli che nessuno sapesse ciò che io facevo in te e ti dicevo; era tanta la mia gelosia che ti mettevo nell'impotenza d'aprirti con nessuno, neppure col tuo Confessore, volevo essere solo nel mio lavoro, libero, né volevo che nessun altro vi entrasse in mezzo, né che potesse sindacare ciò che io facevo. M'interessava tanto questo primo periodo della tua vita, di starmene con te a tu per tu, che posso dire che il mio amore usò tutte le armi divine per guerreggiarti, ti assaliva in tutti i modi, perché tu non potessi resistere. Tutto ciò al mio amore era necessario, perché sapeva ciò che voleva far di te, niente meno di ripristinare la Creazione, dare i diritti di regnare alla mia Divina Volontà, far spuntare la nuova era in mezzo all'umana famiglia. Perciò usai tutte le arti e gli stratagemmi per ottenere l'intento. Ora dopo che mi assicurai di te ed assicurai il mio lavoro, cambiò il mio agire, ti feci rompere il silenzio e fu tale e tanta la foga dei miei ammaestramenti e del mio dire, che posso chiamarti la cattedra della mia Divina Volontà, la segretaria dei suoi più intimi segreti, tanto che non potendo contenerli tutti in te, ti comandai di manifestarli al mio Ministro. E questo mio agire era necessario, altrimenti come si sarebbe conosciuta la mia Divina Volontà? Ora, figlia mia, in quest'ultimo periodo della tua vita, tu senti un altro mio modo d'agire, non t'impensierire, lasciami fare ed io saprò dare l'ultima mano al mio lavoro. Coraggio, dunque, hai la Divina Volontà in tuo potere, di che temi? Quindi sempre avanti nel mio Volere."
18 Luglio 1929
Lavoro di Gesù in Luisa per il regno della Divina Volontà
Mentre stavo sotto l'incubo della privazione del mio amabile Gesù e rassegnatissima, neppure pensavo che potesse svelarsi alla piccola anima mia facendo la sua breve visitina, per darmi il suo sorso di vita, per non farmi del tutto soccombere. All’improvviso si è mosso nel mio interno, facendosi vedere tutto intento ed occupato al lavoro ed alzando i suoi occhi scintillanti di luce verso di me, i suoi occhi si sono incontrati coi miei e, compassionando la mia afflizione, mi ha detto:
"Figlia mia, io sto lavorando nell'anima tua continuamente e mentre lavoro sto concretando affinché nulla vi manchi, raffermando per dare al mio lavoro la stabilità e l’immutabilità Divina e sto aspettando con invitta pazienza che il mio lavoro sia conosciuto, affinché tutti possano conoscere il mio grande amore, il mio ed il tuo grande sacrificio ed il gran bene che tutti, se vogliono, possono ricevere. Questo mio lavoro infatti è la rinnovazione di tutta la Creazione, è l'accentramento di tutte le opere nostre, è lo stabilire la mia Volontà Divina in mezzo alle creature, operante e dominante in mezzo a loro. Chiunque conoscerà questo mio lavoro sarà un regno mio. Quindi avrò tanti regni per quanti conosceranno ciò che ho fatto e detto nella piccolezza dell'anima tua; questi regni fusi insieme formeranno un solo regno. Sicché il mio silenzio è accentramento di più intenso lavoro che faccio in te. Onde se ti parlo è nuovo lavoro che intraprendo a fare, chiamandoti sempre al lavoro, dandoti conoscenza di ciò che facciamo per mettere nuove tinte di bellezze, di magnificenza e di felicità nel regno della mia Divina Volontà che devono possedere le creature, se faccio silenzio riordino, armonizzo, confermo ciò che ho fatto. Quindi il mio silenzio non ti dev'essere causa d'afflizione, ma occasione di più lavoro, per effettuare il regno della mia Volontà Divina."
24 Luglio 1929
Come la Divina Volontà ha l'atto primario su tutte le cose create. Esso è come il capo sulle membra.
Stavo pensando al Fiat Supremo e pensavo tra me: se il Voler Divino vuol formare il suo regno in mezzo alle creature, in che modo si trovava la Divina Volontà in rapporto alle creature prima della venuta di Nostro Signore sulla terra, quando venne e dopo venuto? Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, la mia Volontà con la sua immensità è stata sempre in mezzo alle creature, perché, per sua natura, non c'è punto dove Essa non si trovi e le creature non possono fare a meno di Essa, sarebbe lo stesso non poter aver vita, né percepirne, senza la mia Divina Volontà tutte le cose si risolverebbero nel nulla. Molto più che l'atto primo di tutte le cose create è il mio Fiat Divino. Esso è come il Capo alle membra e se uno volesse dire: posso vivere senza del capo, ciò gli riuscirebbe impossibile, è la più grande delle pazzie solo pensarlo. Ma il regnare è una cosa diversa, è l'essere riconosciuta, amata, sospirata, è pendere da Essa come pendono le membra dal capo, questo è regnare. Invece stare in mezzo alle creature non è regnare se non si pende del tutto da Essa. Ora la mia Divina Volontà, prima della mia Venuta sulla terra, anche se con la sua immensità stava in mezzo alle creature, però i rapporti che c'erano tra Essa e loro erano come se Essa vivesse in terra straniera e gli uomini da lontano ricevevano le scarse comunicazioni, le brevi notizie che annunziavano la mia venuta sulla terra. Qual dolore, stare in mezzo a loro e non essere riconosciuta ed essere tenuta tanto lontano dalla loro volontà, come se stesse in terra straniera! Con la mia venuta, siccome io la possedevo come vita e la mia Umanità la riconosceva, l'amava e la faceva regnare, per mezzo mio si avvicinò alle creature ed i rapporti che Essa ebbe con loro furono come se abitasse non più in terra straniera, ma nelle loro terre e siccome non la conobbero, né le diedero il dominio di farla regnare, perciò non si può dire che il mio Volere Divino formò il suo regno. Perciò la mia venuta sulla terra servì per avvicinare le due volontà: l’umana e la divina, metterle in intime relazioni ed aumentare le notizie per farla conoscere, tanto che insegnai il Pater Noster, per far loro dire: venga il regno tuo, sia fatta la Volontà tua come in Cielo così in terra. Se il mio Volere non vive come in Cielo così in terra, non si può dire che ha il suo regno in mezzo alle creature. Ecco perciò quando verrà il tempo del regno di Esso, non solo starà in mezzo a loro, ma dentro ciascuno di loro come vita perenne, ma per giungere a ciò, dev'essere riconosciuto come capo e vita primaria di ciascuna creatura, ora siccome questo capo non è riconosciuto, non fluisce nelle membra la sua forza, la sua santità, la sua bellezza, né fa scorrere il suo sangue nobile e divino nelle vene di esse, perciò non si vede la vita del Cielo nelle creature. Ecco perciò amo tanto che la mia Divina Volontà sia conosciuta, la conoscenza farà sorgere l'amore ed Essa, sentendosi amata e sospirata, si sentirà tirata a venire a regnare in mezzo alle creature."
27 Luglio 1929
Come il regno della Divina Volontà e quello della Redenzione sono andati sempre insieme. Come Gesù formò i materiali e gli edifici e non ci vogliono altro che i popoli.
Stavo facendo il mio giro nella Creazione, per seguire tutti gli atti che la Divina Volontà aveva fatto in essa e, giunta al punto quando l'Ente Supremo creò la Vergine, mi son soffermata a considerarne il gran portento da cui ebbe principio la Redenzione ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, la Redenzione ed il regno della mia Divina Volontà sono andati sempre insieme, per venire la Redenzione ci voleva una creatura che vivesse di Volontà Divina come viveva l'Adamo innocente nell'Eden prima di peccare e questo con giustizia, con Sapienza, per nostro decoro, affinché il riscatto dell'uomo caduto fosse basato sullo stesso principio di quando l'ordine della nostra Sapienza creava l'uomo. Se non ci fosse stata una creatura in cui il mio Fiat Divino avesse avuto il suo regno, la Redenzione avrebbe potuto essere un sogno, non una realtà, perché se nella Vergine non ci fosse stato il suo totale dominio, Volontà Divina e volontà umana, sarebbero rimaste come in cagnesco ed a distanza dall'umanità, quindi la Redenzione sarebbe stata impossibile. Invece la Vergine Regina piegò la sua volontà sotto la Volontà Divina e la fece regnare liberamente, con ciò le due Volontà si fusero, si rappacificarono, l'umano volere subì il continuo atto del Divin Volere e lo fece operare, senza mai opporsi. Sicché il regno di Esso ebbe la sua Vita, il suo vigore ed il suo pieno dominio. Vedi dunque come incominciarono insieme la Redenzione ed il regno del mio Fiat! Anzi potrei dire che cominciò prima il regno del mio Fiat, per seguire insieme l'uno e l'altro. E come a causa di un uomo e di una donna che si sottrassero al mio Volere Divino ebbe origine il regno del peccato e di tutte le miserie dell'umana famiglia, così una donna, in virtù del fatto che fece regnare il mio Fiat, fu fatta Regina del Cielo e della terra, unita al Verbo Eterno fatto Uomo, ebbe perciò origine la Redenzione, non escludendo neppure il regno della mia Divina Volontà. Anzi, tutto ciò che fu fatto da me e dall'Altezza della Sovrana del Cielo, non sono altro che materiali ed edifici che preparano il suo regno. Il mio Vangelo si può chiamare le vocali, le consonanti, che facendo da trombettieri richiamano l'attenzione dei popoli, per spingerli ad aspettarsi qualche lezione più importante che deve portare loro un bene più grande della stessa Redenzione. Le stesse mie pene, la mia morte e la mia Resurrezione, conferma della Redenzione e preparativo del regno del mio Volere Divino, erano lezioni più sublimi con le quali mettevo tutti sull'attenti d'aspettare lezioni più alte. Già l'ho fatto dopo tanti secoli, esse sono le tante manifestazioni che ti ho fatto sulla mia Divina Volontà e quello che più ti ho fatto conoscere (è) come Essa vuol venire a regnare in mezzo alle creature, per restituire il diritto del loro regno perduto, per abbondarli di tutti i beni e di tutte le felicità che Essa possiede. Sicché come tu vedi i materiali sono già pronti, gli edifici esistono, le conoscenze del mio Volere che, più che Sole, devono illuminare il suo regno e fare innalzare dai materiali formati da me edifici più vasti, quindi non ci vogliono altro che i popoli che devono popolare questo regno del mio Fiat ed i popoli si formeranno ed entreranno appena si andranno pubblicando le conoscenze di Esso. Vedi dunque che due creature scendono dalla Volontà Divina e danno il campo d'azione alla volontà umana e formano la rovina delle umane generazioni, altre due creature, la Regina del Cielo, che vive per grazia nel mio Fiat Divino e la mia Umanità, che vive per natura in Esso, formano la salvezza e ripristinano e restituiscono il regno del mio Volere Divino. E come non si può dubitare che sia venuta la Redenzione, essendo connessi insieme l'una e l'altro, quindi con certezza spunterà il regno del mio Fiat Divino, può essere tutt’al più questione di tempo."
Io nel sentire ciò ho detto: Amor mio, come può venire questo regno del tuo Volere? Non si vede alcun cambiamento, il mondo pare che non si arresti nella sua corsa vertiginosa verso il male. E Gesù ha ripreso a dire:
"Che ne sai tu che devo fare Io? E come posso tutto travolgere per fare che il regno della mia Divina Volontà abbia la sua vita in mezzo alle creature? Se tutto è deciso, perché tu ci dubiti?"
30 Luglio 1929
Differenza fra chi opera santamente nell'ordine umano e chi opera nella Divina Volontà. Come senza di Essa si ha la forza del bambino. Come tutto il male è dell'umana volontà.

La mia povera mente gira sempre intorno e dentro al Fiat Supremo ed oh quante sorprese, quante meraviglie di questo Volere sì Santo! La mia piccola intelligenza si perde nel suo vastissimo mare e molte cose non mi sento capace, né ho i vocaboli per narrarle e perciò mi sento come uno che mangia un cibo o che vede una cosa bella e non sa come si chiamano. Se il Voler Divino non facesse un prodigio di farmi dire ciò che mi manifesta, quante cose di più lascerei nel suo stesso mare, senza saper dire nulla. Onde mentre mi sentivo sperduta nel Fiat Divino, il mio sempre amabile Gesù, facendosi sentire nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, che differenza tra chi opera le virtù santamente, ma nell'ordine umano e chi opera le virtù nell'ordine divino della mia Divina Volontà, le prime come praticano le virtù così restano divise tra loro, in modo che si vede la diversità dei loro atti, una virtù si vede pazienza, un'altra obbedienza, una terza carità, ognuna ha il suo distintivo, senza potersi fondere insieme da poter formare un atto solo, che dà di Divino ed abbraccia l'Eterno e l'Infinito. Invece in chi opera nella mia Divina Volontà, la sua luce ha la virtù comunicativa ed unitiva, che fondendo insieme tutte le opere, perché tutte fatte nella sorgente della sua luce, formano un atto solo, con effetti innumerevoli tanto da abbracciare con l'infinità della sua luce lo stesso Creatore. Simbolo del Sole, siccome è uno e possiede la sorgente della luce che mai si spegne, abbraccia la terra e coi suoi innumerevoli effetti dà tutte le tinte e comunica la vita della sua luce a tutti ed a tutto. La forza unitiva ha la virtù comunicativa in modo, che se vogliono, tutti possono prendere un bene che si mette a disposizione di tutti. Invece chi opera nell'ordine umano è simbolo delle luci del basso mondo, dove anche se ce ne sono tante, non hanno virtù di fugare le tenebre della notte e di formare il pieno giorno, né di abbracciare con tanta molteplicità di luce tutta la terra. Perciò si possono chiamare luce personale, locale, a tempo ed a circostanza. Oh se tutti sapessero il gran segreto d'operare nel mio Volere Divino, farebbero a gara per non farsi sfuggire nulla che non passi attraverso la sua luce purissima!"
Io ho continuato a seguire la Divina Volontà ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, la creatura senza la mia Volontà è come un bambino che non ha forza di poter sostenere un peso e di fare lavori tanto utili da poter lui stesso mantenere la sua piccola esistenza e se si volesse obbligarlo a prendere un oggetto pesante ed a sostenere un lavoro, il bambino, vedendosi impotente e senza forza, forse proverebbe, ma vedendo che neppure può muovere quell'oggetto, né sostenere quel lavoro, il povero piccino scoppierebbe in pianto e non farebbe nulla e per metterlo in festa basterebbe dargli un confetto. Invece chi possiede la mia Divina Volontà ha la forza dell'uomo adulto, anzi, la forza Divina e se (gli) si dice di prendere un oggetto pesante, senza mettersi in pena lo prende come se nulla fosse, mentre il povero piccino resterebbe schiacciato sotto; se si vuole far sostenere un lavoro, si metterà in festa per l'acquisto ed il guadagno che le sarà dato e se si volesse dare un confetto, l'avrebbe a sdegno e direbbe: datemi il giusto guadagno del mio lavoro, perché devo vivere. Vedi dunque, chi ha la mia Divina Volontà ha la forza sufficiente per fare tutto, quindi tutto le riesce facile, sentendosi forte, guarda lo stesso patire, come un nuovo acquisto. Perché tanti non sanno sostenere nulla e pare che abbiano una debolezza di bambino? E’ la forza della mia Divina Volontà che manca; ecco la causa di tutti i mali. Perciò sii attenta, figlia mia, a non uscire mai dalla mia Divina Volontà."
Onde continuavo a seguire i miei atti nel Fiat Divino e, giunta quando Esso chiamò a vita, alla luce del giorno, la Sovrana Celeste, pensavo tra me: Iddio nel creare la Vergine Santissima non solo arricchì la sua bell'anima di tanti privilegi, ma dovette trasformare anche la sua natura per renderla pura e santa com'è. Ed il mio amato Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, nulla c'era d'aggiungere alla sua natura, perché non fu la natura umana che peccò, ma la volontà umana. Perché la natura umana stava al suo posto, come uscì dalle nostre mani creatrici, perciò ci servimmo di quella stessa natura delle altre creature nel creare la Vergine. Quello che si contaminò fu la volontà nell'uomo e siccome questa natura umana era animata e questa volontà ribelle abitava nella natura umana, essa partecipò e restò contaminata. Sicché messe in armonia la Divina Volontà e l'umana, dandole il dominio, il regime, com'è da noi voluto, la natura umana perde i tristi effetti e resta bella come uscì dalle nostre mani creatrici. Ora, nella Regina del Cielo, tutto il nostro lavoro fu sulla sua volontà umana, la quale ricevette con gioia il dominio della nostra e la nostra, non trovando alcuna opposizione da parte della sua, operò prodigi di grazie ed in virtù del mio Volere Divino restò santificata e non sentì i tristi effetti ed i mali che sentono le altre creature. Perciò figlia mia, tolta la causa, gli effetti finiscono. Oh! se la mia Divina Volontà entrerà nella creatura e vi regnerà, allontanerà tutti i mali in esse e vi parteciperà tutti i beni nell'anima e nel corpo."
3 Agosto 1929
Quando Iddio decide di fare opere che devono servire a tutti, nella sua foga d'amore mette tutti da parte. Come l'Essere Supremo possiede la vena inesauribile.
Continuo il mio solito abbandono nel Fiat Divino, me lo sento come accentrato sulla mia piccola esistenza, sento la sua immensità, la sua potenza, la sua forza creatrice e rapitrice. Poiché mi coinvolge dappertutto, non mi è dato di potergli resistere, ma mi sento felice di questa mia debolezza e volontariamente voglio essere debole per sentire tutta la potenza del Volere Divino sopra la mia piccolezza. Ma mentre mi sentivo inabissata in Esso, il mio dolce Gesù, facendosi sentire e vedere, mi ha detto:
"Figlia mia, quando la nostra Divinità decide di fare opere universali, è tanta la foga del nostro amore verso l'anima che viene eletta come prima e alla quale affidiamo un'opera che deve servire al bene di tutti, che mettiamo tutto e tutti da parte, come se nessun altro esistesse, accentriamo tutto il nostro Essere Divino sopra di lei e le diamo tanto del nostro, fino a formare mari intorno a lei e ad affogarla di tutti i nostri beni e vogliamo tanto dare, perché la foga del nostro amore ci porta a non arrestarci mai, per vedere in essa la nostra opera compiuta affinché per mezzo di essa tutto e tutti possano godere e prendere i beni universali che la nostra opera racchiude. Con ciò, non che non vediamo ciò che fanno le altre creature, perché la nostra onniveggenza ed immensità nulla ci nasconde, siamo al corrente di tutto e da noi parte la vita e gli aiuti a tutti, ma agiamo in modo e ci comportiamo come se null'altro esistesse. Così agimmo nella Creazione, dopo aver formato Cieli, Soli, terra, ordinando tutto con armonia e magnificenza tale da far stordire, nel creare l'uomo ci accentrammo su di lui e fu tanto la foga del nostro amore, rigurgitò così forte che formò un velo intorno a noi e ci fece scomparire tutto e, mentre tutto vedevamo, ci occupavamo solo dell'uomo; che cosa non versammo in lui? Tutto. Se nella Creazione ci fu la magnificenza e la bellezza delle nostre opere, nell'uomo ci fu non solo l'accentramento di tutte le nostre opere fuse in lui, ma quello che è più, l'insediamento della nostra vita. Il nostro amore rigurgitava, non si fermava, voleva sempre dare perché vedeva in lui tutte le umane generazioni. Così agimmo nella Regina del Cielo, tutto fu messo da parte, tutto il male delle altre creature e ci occupammo solo di Lei e versammo tanto che fu la piena di grazia, perché doveva essere la Madre universale e causa della Redenzione di tutti, così stiamo agendo con te, per il regno del nostro Voler Divino, stiamo facendo come se nient’altro esiste; se volessimo guardare ciò che fanno le altre creature, i mali che commettono e le ingratitudini, il regno del nostro Volere non solo, starebbe sempre in Cielo, ma neppure ci sentiremmo disposti a dire una sola verità del nostro Fiat Supremo. Ma il nostro amore, formando il suo velo d'amore su tutti i mali delle creature, ci mette tutto da parte e, rigurgitando forte, non solo ci fa parlare di Esso, (ma) è quello che più ci fa decidere di dare il gran dono del regno del nostro Fiat alle creature. Quando il nostro amore s'incaponisce, sembra che non ragioni e vuol vincere a via d'amore, non di ragione, perciò come se nulla guardasse e sentisse, a qualunque costo vuol dare ciò che ha deciso. Ecco perciò non risparmia nulla e tutto si sviscera sulla creatura che viene eletta per il gran bene universale che deve far discendere a pro di tutte le umane generazioni. Ecco perciò la causa del tanto darti e dirti, sono foghe d'amore del nostro amore che nulla vuole risparmiare, tutto vuol dare purché il regno della nostra Divina Volontà regni sulla terra."
Onde la mia mente continuava a pensare a tante cose sulla Divina Volontà ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, il nostro Essere Supremo è vena inesauribile, non esauriamo mai, né possiamo dire abbiamo finito di dare, perché per quanto diamo, abbiamo sempre da dare e mentre diamo un bene, ne sorge un altro per mettersi in via e darsi alle creature; ma per quanto siamo inesauribili, non diamo i nostri beni, le nostre grazie, né diciamo le nostre verità a chi non è disposto, a chi non fa attenzione ad ascoltarci per imparare le nostre lezioni sublimi e modellare la sua vita a seconda dei nostri insegnamenti, in modo da vedere scritto in lei i nostri insegnamenti e lei arricchita dei nostri doni, se non vediamo ciò, i nostri doni non si partono da noi, né la nostra voce giunge all'udito della creatura e se qualcosa sente, è come di voce che viene da lontano e non le riesce di comprendere chiaramente ciò che noi vogliamo dirle. Perciò la nostra vena inesauribile viene fermata dalla indisposizione delle creature. Ma sai tu chi dà le vere disposizioni all'anima? La nostra Divina Volontà. Essa la svuota di tutto, la riordina, la dispone in modo mirabile, in modo che la nostra vena inesauribile non cessa mai di dare e di farle sentire le sue lezioni sublimi. Perciò fatti dominare sempre dal mio Fiat Divino e la nostra vena inesauribile non cesserà mai di riversarsi sopra di te e noi avremo il contento di far sorgere dal nostro Essere Divino nuove grazie, nuovi doni e lezioni mai ascoltate."
7 Agosto 1929
Mezzi principali per far regnare la Divina Volontà: le conoscenze. Differenza di chi vive nella Divina Volontà e nell'umano volere.
Stavo seguendo i miei atti nel Voler Divino e pensavo tra me: come potrà venire a regnare la Divina Volontà? Quali saranno i mezzi, gli aiuti, le grazie per disporre le creature a farsi dominare da Essa? Ed il mio sempre amato Gesù, muovendosi nel mio interno, tutto bontà e tenerezza mi ha detto:
"Figlia mia, i mezzi principali per far regnare sulla terra il mio Fiat Divino sono le conoscenze di Esso. Le conoscenze formeranno le vie, disporranno la terra per essere regno suo, formeranno le città, faranno da telegrafi, da telefono, da poste, da trombettieri, per comunicare tra città e città, tra creature e creature, tra nazioni e nazioni le notizie, le conoscenze importanti sulla mia Divina Volontà e le conoscenze di Essa getteranno nei cuori la speranza, il desiderio di ricevere un tanto bene; da qui non si può sfuggire, un bene non si può volere, né ricevere, se non si conosce e se si riceve senza conoscerlo è come se non si ricevesse. Quindi le fondamenta, la speranza, la certezza del regno della mia Divina Volontà, verranno formate dalle conoscenze di Essa. Perciò ne ho dette tante, perché esse saranno le ricchezze, l'alimento ed i nuovi Soli, i nuovi Cieli che possederanno i popoli del regno del mio Volere. Ora quando le conoscenze sul mio Fiat si faranno strada, disponendo coloro che avranno il bene di conoscerle, la mia più che Paterna bontà, per mostrare l'eccesso del mio amore, metterà in ciascuna creatura a sua disposizione la mia stessa Umanità, tutto il bene che operai, in modo che sentiranno tale forza e grazia, da farsi dominare dalla mia Divina Volontà. E la mia Umanità starà in mezzo ai figli del regno mio, come Cuore in mezzo a loro, per decoro e onore del mio Fiat e per antidoto, grazia e difesa a tutti i mali che ha prodotto l'umano volere. È tale e tanta la foga del mio amore che vuole che Essa regni, che farò tali eccessi d'amore da vincere le volontà più ribelli."
Io nel sentir ciò son rimasta stupita e come se volessi mettere in dubbio ciò che Gesù mi aveva detto e Lui, riprendendo il suo dire, ha soggiunto:
"Figlia mia, perché dubiti? Non sono Io forse il Padrone di fare quello che voglio e darmi come mi piace di darmi? Non è forse la mia Umanità il primo Fratello primogenito che possedette il regno della mia Divina Volontà e come primo Fratello non ho il diritto di comunicare agli altri fratelli il diritto di possederlo, mettendomi io a disposizione di loro per dare loro un tanto bene? Non son'Io il capo di tutta l'umana famiglia che posso far fluire nelle membra di esse le virtù del capo e far scendere l'atto vitale della mia Volontà Divina nelle membra? E poi non è forse la mia Umanità che risiede in te continuamente che ti dà tale forza e grazia di voler vivere solo del mio Volere e ti fa sentire tale pace e felicità da eclissare il tuo umano volere, in modo che lui stesso si sente felice di vivere come senza vita, sotto l'impero della mia Divina Volontà? Perciò quello che mi necessita è che apprendano le conoscenze sul mio Fiat, il resto verrà da sé."
Dopo ciò continuavo il mio abbandono nel Fiat Divino, mi sembra che in Esso non ci siano fermate, c'è sempre da fare, ma un fare che non stanca, anzi fortifica, felicita e fa gioire del suo lungo cammino; ma mentre pensavo ciò il mio Sommo Bene Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino cammina sempre, perché ha a sua disposizione il giro dell'eternità che non finisce mai e, non fermandosi mai, prende sempre; se si fermasse, una piccola fermata, un passo in meno, le costerebbe la perdita d'un passo e di una felicità Divina. Perché il mio Fiat è un atto sempre nuovo di felicità, di grazia e di bellezza indescrivibile ed inarrivabile e l'anima se cammina prende e se si ferma non prende, perché non avendo seguito passo passo il cammino del mio Voler Divino, non ha saputo nulla (di) ciò che di felicità e bellezza il mio Volere ha messo fuori in quel passo. E chi può dirti la gran differenza fra chi vive nella mia Divina Volontà e chi vive nel volere umano? Chi vive nella volontà umana si ferma sempre, il suo giro è così piccolo che se vuol allungare il passo non trova dove mettere il piede, ad ogni passo che fa prova ora un dispiacere, un disinganno e sente una debolezza di più che la trascina anche al peccato. Oh! come è breve il giro dell'umana volontà, pieno di miserie, di precipizi e di amarezze, eppure le creature amano tanto vivere nella sua cerchia, che pazzia, che stoltezza da deplorarsi!"
12 Agosto 1929
Magnificenza della Creazione. Il punto nero dell'umana volontà.
Stavo facendo il mio giro nel Voler Divino ed il mio dolce Gesù, tirandomi fuori di me stessa, mi ha fatto vedere la Creazione tutta nell'atto di uscire dalle sue mani creatrici, ogni cosa portava l'impronta della mano creatrice del suo Fattore, quindi tutto era perfetto, d'una bellezza incantevole. Ogni cosa creata era animata di viva luce, o come proprietà di natura datagli da Dio, o indirettamente comunicata da chi la possedeva, tutto era luce e bellezza. Ma fra tanta luce ed incanto di bellezza, si vedeva un punto nero, che compariva così brutto, specie perché si trovava in mezzo a tante opere così belle, maestose e fulgide, questo punto nero destava terrore e compassione, perché sembrava che Dio non l'aveva creato nero di sua natura ma bello, anzi era prima un'opera delle più belle create dall'Ente Supremo. Ma mentre vedevo ciò, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, tutto ciò che fu fatto da noi nella Creazione sta sempre in atto di essere fatto, come se continuamente stessimo in atto di farla, è la nostra forza creatrice, che quando fa un'opera non si ritira mai, resta dentro come atto perenne di vita, vi forma il suo palpito continuo ed il suo respiro ininterrotto, perciò mentre fu fatto una volta vi resta dentro in atto di farla sempre. Quasi simbolo della natura umana che mentre una volta fu formata incominciando la vita col palpito e col respiro, per necessità di vivere deve respirare e palpitare continuamente, altrimenti cessa la vita. Siamo inseparabili dalle opere nostre e ci piacciono tanto che ci dilettiamo di farle continuamente, perciò si mantengono maestose, belle, fresche, come se lì per lì ricevessero principio di vita. Guardale come sono belle, sono le narratrici del nostro Essere Divino e la nostra perenne gloria. Ma in tanta nostra gloria guarda, c'è il punto nero dell'umana volontà perché amando l’uomo con più amore, lo dotammo di libero arbitrio, ed egli, abusando, volle respirare e palpitare nel suo umano volere, non col nostro e perciò si muta continuamente fino ad annerirsi, perdendo la sua bellezza e freschezza e giunge perfino a perdere la vita divina nella sua umana natura. Onde chi metterà in fuga le fitte tenebre dell'umano volere? Chi gli restituirà la freschezza, la bellezza della sua Creazione? Gli atti fatti nella nostra Divina Volontà saranno luce che fugheranno le tenebre e saranno calore col quale, plasmandolo, gli distruggeranno tutti gli umori cattivi che l'hanno abbruttito. Gli atti fatti nel mio Volere saranno il contraccolpo a tutti gli atti umani fatti con l'umana volontà, questo contraccolpo restituirà la freschezza, la bellezza, l'ordine con cui fu creata l'umana volontà. Perciò ci vogliono molti atti fatti dalla creatura nel nostro Divin Volere per preparare il contravveleno, la bellezza, la freschezza, l'atto opposto a tutto ciò che l'umana volontà ha fatto di male. Ed allora nella Creazione le opere nostre compariranno tutte belle, il punto nero scomparirà e si convertirà nel punto più luminoso in mezzo alla magnificenza delle nostre opere create. E la nostra Divina Volontà prenderà il dominio di tutto e vi regnerà come in Cielo così in terra. Perciò sii attenta ad operare nel mio Volere Divino, perché ad ogni atto umano ci vuole l'atto divino, che con impero atterra, purifica ed abbellisce ciò che ha fatto di male l'umana volontà."
25 Agosto 1929
Come Gesù creò il germe del Fiat Divino nel formare il Pater Noster. Virtù che ha la luce.
Stavo pensando al Fiat Divino e mi chiedevo come poteva mai effettuarsi il suo regno sulla terra, mi sembrava impossibile, innanzitutto perché non c'è chi si occupi di farlo conoscere e se qualcosa si dice o si progetta si risolve tutto in parole, ma i fatti oh! quanto sono lontani e chissà quale generazione avrà il bene di conoscere ciò che riguarda le conoscenze della Divina Volontà ed il suo regno; secondo, mi sembra che la terra sia impreparata e credo che per avere un tanto bene, cioè il regno della Divina Volontà e che le sue conoscenze dominino la terra, chissà quanti prodigi lo precederanno! Ma mentre ciò ed altro pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, tu devi sapere che la mia venuta sulla terra e tutto ciò che io feci nella Redenzione, la mia stessa morte e Resurrezione, non furono altro che atto preparatorio al regno della mia Divina Volontà e quando formai il Pater Noster, formai il germe del regno del mio Fiat Divino in mezzo alle creature e se io quando parlo creo e dal nulla faccio uscire le opere più grandi, belle e meravigliose, molto più posso fare quando con l'impero della mia preghiera parlante ho virtù di creare quello che voglio. Perciò il germe del regno del mio Volere fu creato da me nell'atto in cui pregavo, formando e recitando il Pater Noster. E se lo insegnai agli Apostoli, fu perché la Chiesa, col recitarlo, potesse innaffiarlo, fecondare questo germe e disporsi a modellare la loro vita a seconda le disposizioni del mio Fiat Divino. Le mie conoscenze sopra di Esso, le mie tante manifestazioni, hanno sviluppato questo germe e siccome sono stati accompagnati dagli atti fatti da te nel mio Volere Divino, si son formati tanti granelli da formare una grande massa, della quale ognuno può prendere la sua parte, sempre se vuole, per vivere della vita della Divina Volontà. Quindi tutto c'è, figlia mia, gli atti più necessari, c'è il germe creato da me, perché se non c'è il germe è inutile sperare la pianta, ma se c'è il seme, ci vuole il lavoro, la volontà di volere il frutto di quel seme e si è sicuri di avere la pianta, perché avendo il germe si ha in proprio potere la vita della pianta di quel seme. C'è chi innaffia questo germe per farlo crescere, ogni Pater che si recita serve ad innaffiarlo, ci sono le mie manifestazioni per farlo conoscere. Ci vuole solo chi si offra a fare il banditore e con coraggio, senza nulla temere, affrontando sacrifici per farlo conoscere. Sicché la parte sostanziale c'è, c'è il più, ci vuole il meno, cioè la parte superficiale ed il tuo Gesù saprà farsi strada per trovare Colui che compirà la missione di far conoscere in mezzo ai popoli la mia Divina Volontà. Perciò da parte tua non mettere alcun ostacolo, fa’ quello che puoi ed io farò il resto, tu non sai come travolgerò le cose e disporrò le circostanze, perciò giungi perfino a dubitare che il mio Fiat non sarà conosciuto e pensi che il suo regno non avrà la sua vita sulla terra."
Onde mi sono tutta abbandonata nel Volere Divino, per seguire i suoi atti ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, chi si mette nell'unità del mio Volere, si mette nella luce e siccome la luce ha virtù di scendere nel basso e di distendersi come manto di luce su ciascuna cosa che investe, così ha virtù di elevarsi in alto e di investire con la sua luce ciò che nell'alto si trova. Così chi si mette nella luce del mio Fiat, nella sua unità di luce, coi suoi atti si stende nel basso di tutte le generazioni e col suo atto di luce investe tutti per far bene a tutti, si eleva nell'alto ed investe tutto il Cielo per glorificare tutti. Perciò nella mia Divina Volontà l'anima acquista il diritto di poter porgere a tutti la luce dell'Eterno Fiat, col dono degli atti suoi moltiplicati per quanti lo vogliono ricevere."
4 Settembre 1929
Il Sole forma il giorno, perché è un atto di Volontà Divina.
I miei giorni sono amarissimi per la privazione del mio sommo ed unico Bene Gesù, posso dire che il mio cibo continuato è l'intenso dolore d'essere priva di Colui che formava tutto l'insieme della mia vita quaggiù; com'è doloroso il ricordarmi che prima respiravo con Gesù, palpitava il palpito di Gesù nel mio cuore, circolava Gesù nelle mie vene, sentivo l'alimento di Gesù che alimentava le mie opere, i miei passi, insomma in tutto sentivo Gesù ed ora tutto è finito e mi si è cambiato in alimento di dolore. Oh! Dio, che pena, respirare e palpitare dolore intenso d'essere priva di Colui che mi era più che vita propria, tanto che solo l'abbandono nel Fiat mi dà la forza di sopportare un tanto dolore. Ma mentre mi sentivo ciò, il mio dolce Gesù, uscendo dal mio interno e stringendomi fra le sue braccia, mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, non ti abbattere troppo; dimmi, chi forma il giorno? Il Sole, non è vero? E perché forma il giorno? Perché è un atto di mia Volontà Divina. Ora come la terra gira, la parte che si scosta dal Sole rimane al buio e forma la notte e la povera terra resta tetra, come sotto un manto di mestizia, in modo che tutti sentono la realtà della notte ed il gran cambiamento che subisce la terra, coll'aver perduto l'astro benefico della luce, cioè l'atto della mia Divina Volontà che creò il Sole e lo conserva col suo atto continuo. Così l'anima fino a tanto che si gira sotto l'atto continuo del mio Volere è sempre in pieno giorno, per lei notte, tenebre, mestizia, non esistono. L'atto continuo del mio Fiat, più che Sole le sorride e la mantiene in festa, invece se si gira nella sua volontà umana, più che terra rimane all'oscuro, nella notte della sua umana volontà, che padroneggiando l'anima, produce tenebre, dubbi, mestizia, tanto da formare la vera notte reale alla povera creatura. Chi può dirti il gran bene, il giorno fulgidissimo che produce un atto di mia Divina Volontà sulla creatura? Essa col suo atto continuo produce tutti i beni e la felicità nel tempo e nell'eternità. Perciò sii attenta, racchiudi tutta te stessa in un atto solo della mia Divina Volontà, non uscirne mai se vuoi vivere felice e tenere in tuo potere la vita della luce ed il giorno che mai tramonta. Un atto di mia Divina Volontà è tutto per la creatura. Essa col suo atto continuo che mai cessa e mai si cambia, più che tenera Madre, tiene stretta al suo seno colei che si abbandona nel suo atto di luce ed alimentandola di luce la cresce come parto suo, nobile e santa e la tiene distesa nella sua stessa luce."
8 Settembre 1929
La nascita della Vergine fu la rinascita di tutta l'umanità.
La mia povera mente si perdeva nel mare immenso del Fiat Divino, dove si trova tutto in atto, come se non ci fosse né passato né futuro, ma tutto presente e tutto in atto. Sicché qualunque cosa vuol trovare delle opere del suo Creatore nel Divin Volere, la piccola anima mia la trova come se fosse operante in atto. E siccome stavo pensando alla nascita della mia Mamma Celeste e per darle i miei poveri omaggi, chiamavo la Creazione tutta insieme con me ad inneggiare la Sovrana Regina, il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, anch'io voglio inneggiare insieme con te e con tutta la Creazione, la nascita dell'Altezza della Mamma mia. Tu devi sapere che questa nascita racchiuse in sé la rinascita di tutta l'umana famiglia e la Creazione tutta si sentì rinata nella nascita della Regina del Cielo. Tutto tripudiò d'allegrezza, tutti si sentivano felici nell'avere la loro Regina, prima di allora si sentivano come popolo a cui mancava la loro Regina e nel loro mutismo aspettavano quel giorno felice per rompere il loro silenzio e dire: Gloria, amore, onore, a Colei che viene in mezzo a noi come Regina nostra, non saremo più senza difesa, senza chi ci domina, senza festa, giacché spuntò Colei che forma la nostra gloria imperitura. Questa Celeste Bambina, col tenere integra nell'anima sua la nostra Divina Volontà, senza mai fare la sua, riacquistò tutti i diritti dell'Adamo innocente presso il suo Creatore e la Sovranità su tutta la Creazione. Perciò tutti si sentirono rinascere in Lei e noi vedevamo in questa Vergine Santa, nel suo piccolo Cuore, tutti i germi delle umane generazioni. Quindi per mezzo suo, l'umanità riacquistò i diritti perduti, perciò la sua nascita fu la nascita più bella, più gloriosa. Essa fin dal suo nascere, racchiuse nel suo cuoricino materno, come in mezzo a due ali, tutte le generazioni come figli rinati nel suo vergine Cuore, per riscaldarli, per tenerli difesi e crescerli e nutrirli col sangue del suo Cuore Materno. Ecco la causa per cui questa tenera Madre Celeste ama tanto le creature, perché tutti sono rinati in Lei e sente nel suo Cuore la vita dei figli suoi. Che cosa non può fare la nostra Divina Volontà dove regna e ha la sua Vita? Essa racchiude in lei tutto e tutti e la fa apportatrice di bene a tutti. Sicché tutti sentono sotto il suo manto azzurro, l'ala materna della loro Madre Celeste e trovano nel suo Materno Cuore il loro posticino dove mettersi al sicuro.
Ora figlia mia, chi vive nella mia Divina Volontà rinnova la sua rinascita e raddoppia le rinascite a tutte le umane generazioni. La mia Suprema Volontà quando vive dentro un cuore e vi stende la pienezza della sua luce interminabile, accentra tutto e tutti, fa tutto, rinnova tutto, ridà tutto ciò che per secoli e secoli non ha potuto dare per mezzo delle altre creature. Sicché essa si può chiamare l'alba del giorno, l'aurora che chiama il Sole, il Sole che rallegra tutta la terra, la illumina, la riscalda e con le sue ali di luce, più che Madre tenera, abbraccia tutto, feconda tutto e col suo bacio di luce dà le più belle tinte ai fiori, la dolcezza più squisita ai frutti, la maturità a tutte le piante. Oh se la mia Volontà Divina regnasse in mezzo alle creature, quanti prodigi opererebbe in mezzo ad esse! Perciò sii attenta, ogni cosa che fai nel mio Fiat Divino è una rinascita che fai in Essa e rinascere in Essa significa rinascere nell'ordine Divino, rinascere nella luce, rinascere nella Santità, nell'amore, nella bellezza ed in ogni atto di mia Volontà, l'umana volontà subisce la morte, e, morendo a tutti i mali rivive a tutti i beni."
15 Settembre 1929
Come il Sole ogni giorno ritorna a visitare la terra; il Sole è simbolo della Divina Volontà. Il germe della Divina Volontà nell'atto della creatura.
Stavo ripetendo i miei atti nel Divino Volere, per seguire i suoi in tutte le opere sue e pensavo tra me: a che pro ripetere sempre i medesimi atti, qual gloria posso dare al mio Creatore? Ed il mio dolce Gesù, uscendo dal mio interno, mi ha stretta fra le sue braccia per raffermarmi e mi ha detto:
"Figlia mia, la ripetizione dei tuoi atti nel Fiat Divino spezza l'isolamento di Esso e genera la compagnia a tutti gli atti che fa la Divina Volontà. Quindi Essa non si sente più sola, ma ha qualcuno a cui poter ridire le sue pene, le sue gioie ed affidare i suoi segreti. E poi un atto continuamente ripetuto è virtù divina e ha virtù di generare i beni che non esistono, di riprodurli e comunicarli a tutti. Un atto continuato è solo capace di formare la vita e di poter dar vita. Guarda il Sole, simbolo della mia Divina Volontà che mai lascia la creatura e che mai si stanca di fare il suo atto continuato di luce. Ogni giorno ritorna a visitare la terra, dando sempre i suoi beni, ritorna per rintracciare col suo cerchio di luce i beni già dati e che molte volte non trova, il fiore che ha colorito con la bellezza delle sue tinte e profumati sol toccandolo con le sue mani di luce, non trova il frutto al quale, sviscerandosi, ha comunicato la sua dolcezza e che ha maturato col suo calore. Quante cose non trova il Sole dopo che si è sviscerato con tanti atti più che materni, per formare le più belle fioriture e formare tante piante, crescere tanti frutti col suo alito di luce e di calore? Tutto questo perché l'uomo strappando i frutti alla terra si serve di essi per alimentare la sua vita. Oh! se il Sole fosse capace di ragione e di dolore, si cambierebbe in lacrime di luce e di fuoco ardente, per piangere sopra ciascuna cosa che ha formato e non trova e nel suo dolore non cambierebbe volontà col cessare di comunicare i suoi beni alla terra, per formare di nuovo ciò che gli è stato tolto. Perché è natura sua, per quanto di male le possano fare, di dare sempre il suo atto di luce, nel quale ci sono tutti i beni, senza mai cessare. Tale è la mia Divina Volontà, più che Sole si sviscera sopra ciascuna creatura per darle vita continua, si può dire è il suo alito onnipotente di luce e d'amore con cui investe le creature, le forma e le cresce e se il Sole dà luogo alla notte, la mia Divina Volontà non lascia mai a sé soli i suoi cari parti, plasmati, vivificati, formati, cresciuti, col suo alito e bacio ardente di luce, non c'è un istante in cui la mia Divina Volontà lascia la creatura e riversandosi sopra di lei non le comunica le sue varie tinte di bellezza, la sua dolcezza infinita, il suo amore inestinguibile, che cosa non le fa e dà la mia Divina Volontà? Tutto, eppure non è riconosciuta, né amata, né la creatura conserva in sé i beni che le comunica. Qual dolore! Mentre si sviscera su ciascuna creatura, non trova i beni che comunica e nel suo dolore continua il suo atto di luce su di essa senza mai cessare. Ecco perciò chi deve vivere nel mio Fiat deve avere i suoi atti ripetuti e continui, per far compagnia e raddolcirla nel suo intenso dolore."
Dopo di ciò continuavo a valicare il mare interminabile del Fiat Divino e come emettevo i miei piccoli atti nell'Eterno Volere, così si formavano nell'anima mia tanti germi ed il seme di questi germi era di luce di Volontà Divina, variati da tanti colori, ma animati tutti di luce. Ed il mio dolce Gesù facendosi vedere, alitava uno per uno quei germi e come li fiatava, così quei germi crescevano tanto, da toccare l'immensità Divina. Io son rimasta meravigliata nel vedere la bontà del mio Sommo Bene Gesù, che con tanto amore prendeva nelle sue mani Santissime quei germi per alitarli e poi li metteva tutti in ordine nell'anima mia e, guardandomi con amore, mi ha detto:
"Figlia mia, dove c'è la forza creatrice della mia Divina Volontà, il mio alito Divino ha la potenza di rendere immensi gli atti della creatura. Perché mentre la creatura opera nel mio Fiat, nel suo atto vi entra la forza creatrice, la quale vi mette la sorgente dell'immensità divina ed ogni piccolo atto della creatura si converte, chi in sorgente di luce, chi in sorgente d'amore, altri in sorgente di Bontà, di bellezza, di Santità, insomma, quanti più atti fa, tante sorgenti divine in più acquista e crescono tanto da sperdersi nell'immensità del suo Creatore. Succede come al lievito, che ha virtù di fermentare la farina, purché nel formare il pane vi si metta il piccolo lievito, come germe di fermentazione. Invece se non si mette il lievito, anche se c’è la stessa farina, il pane non sarà mai fermentato ma azzimo. Così è la mia Divina Volontà, più che lievito che getta la fermentazione Divina nell'atto umano e l'atto umano diventa atto Divino. Ed io quando trovo il germe della mia Divina Volontà nell'atto della creatura, mi diletto nel fiatare il suo atto e lo elevo tanto da renderlo immenso; molto più che possiamo chiamare quell'atto atto nostro, Volontà nostra, operante nella creatura."
20 Settembre 1929
Come Gesù solo ha i vocaboli sufficienti per parlare della Divina Volontà. Come la creatura può dire: posseggo tutto. Come la Divina Volontà dove regna forma il suo Paradiso.
La mia piccola intelligenza va sempre spaziandosi nel mare immenso del Divin Volere ed appena sa ritenere le goccioline delle tante verità ed innumerevoli bellezze che le appartengono. Oh! Volontà inarrivabile, amabile ed adorabile, chi mai potrà dire di te il tutto che Tu sei e narrare la tua lunga ed eterna storia? Né gli Angeli, né i Santi, avranno parole sufficienti per parlare di te, molto meno io che sono la piccola ignorantella, che appena so balbettare su un Volere sì Santo. Onde mentre la mia mente si perdeva nel Fiat Divino, il mio amabile Gesù, facendosi vedere, mi ha detto:
"Figlia mia, solo il tuo Gesù può avere vocaboli sufficienti per parlarti del mio Eterno Volere, perché in natura Divina sono la stessa Volontà; ma devo limitarmi nel dire, perché la tua piccola capacità non può abbracciare, comprendere e racchiudere tutto ciò che ad Essa appartiene e devo contentarmi di farti conoscere le sue goccioline, perché la tua mente creata non può contenere il suo mare immenso ed increato e queste goccioline di luce le cambio in parole, per adattarmi per la tua piccola capacità e così farti comprendere qualcosa del mio Fiat indescrivibile ed immensurabile. Basta dire che il mio Volere Divino è tutto, racchiude tutto, se una sol virgola le mancasse di tutto ciò che esiste, in Cielo ed in terra, non si potrebbe chiamare Tutto. Quindi la creatura per entrare nel mio Fiat, deve svuotarsi di tutto, ridursi a quel punto quando il suo Creatore, chiamandola dal nulla, le dava l'esistenza, e come la forza creatrice della mia Divina Volontà la creava bella, svuotata di tutto e riempita solo della vita di Colui che l'aveva creata, così sarà dell'anima che si fa investire di nuovo dalla forza creatrice del mio Fiat, la sua luce ed il suo calore la svuoteranno e la ridurranno bella come uscì dal nulla e l'ammetteranno a vivere nel tutto della mia Volontà e la creatura in Essa respirerà il tutto, si sentirà tutta santità, tutt'amore, tutta bellezza, perché il tutto del mio Fiat Divino la terrà nel suo mare, dove il tutto starà a sua disposizione, nessuna cosa le sarà data a metà o in piccola proporzione. Perché chi è tutto sa darsi tutto, non a misura e solo nel mio Volere la creatura può dire: posseggo tutto, anzi il tutto è mio. Invece chi non vive nel mio Volere Divino, non essendo il suo essere sotto l'impero di una forza creatrice, non può possedere tutta la pienezza d'una vita Divina, né si sentirà tutta riempita fino all'orlo dell'anima sua di luce, di santità, d'amore, fino a sboccarne fuori e formare mari intorno a lei, da sentirsi che il tutto è suo; tutt’al più sentirà le piccole particelle divine, l’impressione della grazia, dell'amore, della santità, ma non tutto. Ecco perciò solo chi vive nel mio Fiat è la sola fortunata di conservarsi nel prodigio della sua creazione e di tenere i diritti di possedere e vivere nell'abbondanza dei beni del suo Creatore."
Dopo ciò continuavo i miei atti nel Volere Divino ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, la creatura che vive nel mio Fiat avrà il gran bene di possedere un Volere Divino in terra, che le sarà portatore di pace imperturbabile, di fermezza immutabile. Il mio Fiat la crescerà in modo Divino, in ogni atto che farà le darà un sorso del nostro Essere Divino per fare che non ci sia alcuna qualità che non accentri in questa creatura. Non solo questo, ma il mio Volere si diletterà di chiudere in lei la mia Divina Volontà felicitante con cui felicita tutti i beati, affinché neppure questa manchi in chi vive in Essa, in modo che quando verrà nella nostra Patria Celeste porterà come in trionfo d'aver vissuto, nel nostro Fiat, il suo Paradiso di gioia e di felicità tutte divine e mentre verrà a trovare altre beatitudini più sorprendenti, perché il mio Volere non si esaurisce mai, ha sempre da dare, la creatura troverà le sue gioie e la felicità che le ha racchiuso la mia Volontà stando in terra. Perciò elevati sempre più in Essa, allarga i tuoi confini, perché quanto più di Volontà Divina prenderai in terra, tanto più crescerà la nostra Vita in te e più felicità e gioie racchiuderai nell'anima tua e quanto più ne porterai, tanto di più te ne sarà data in Cielo, nella nostra Patria Celeste."
Sia tutto a gloria di Dio e compimento della tua Santissima Volontà.
Deo Gratias.